“Una storia già vista, che non può avere lo stesso finale in cui le lavoratrici pubbliche devono pagare un nuovo prezzo per equivoci e mancanza di chiarezza tra i governi italiani e la commissione europea”. Così il segretario confederale Cisl, Maurizio Petriccioli, in merito alla richiesta della Commissione Europea di equiparare subito l’età delle donne nella pa. “Chiediamo al governo di chiarire come in Italia, da circa un anno – sottolinea Petriccioli – questa vicenda sia stata risolta con l’innalzamento dell’età delle lavoratrici pubbliche, attraverso un meccanismo di gradualità, ai 65 anni previsti per i colleghi maschi. La Cisl ritiene che il governo debba sentirsi impegnato a non consentire che le compatibilità sociali, individuate comunemente sui provvedimenti previdenziali, possano essere ridiscusse da altri interlocutori se pure con altre titolarità e a diversi livelli istituzionali”, conclude. (FRN)