“Più sostegno per famiglie, giovani, donne e immigrati”, questo lo slogan scandito dai manifestanti, oltre 100 mila, in piazza con Cisl e Uil per chiedere al governo una riforma fiscale.
E’ la prima volta che i sindacati manifestano per chiedere una riduzione delle tasse, e la novità è che lo fanno senza la Cgil. Il sindacato, infatti, pur con le proprie diversità, fino a questo momento è sempre stato unito sulle questioni di fondo, come quella fiscale.
Alla manifestazione hanno partecipato tutte le categorie, e molti segretari generali sono intervenuti per spiegare la situazione dei loro settori.
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa sostenendo che l’unità tra i due sindacati avvia una nuova stagione “di autentico definitivo protagonismo di questo unico aggregato riformista”.
“Questo è il sindacalismo maggioritario, la migliore risposta democratica e costruttiva ai violenti, a coloro che li tollerano perché forse sentono qualche grado di parentela”, ha commentato il leader della Cisl, Raffaele Bonanni.
In merito alla possibilità di ricucire i rapporti con la Cgil, Cisl e Uil sono scettiche. Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, vuole una trattativa e un accordo con il governo sulle tasse, mentre, a suo giudizio, “non sembra che oggi la Cgil sia in condizioni di voler fare un’intesa”. Per Bonanni sarà possibile ritrovare l’unità solamente quando la Cgil riconoscerà il pluralismo sindacale e che il sindacato riformatore è la maggioranza”.
Quanto ai temi della manifestazione Cisl e Uil chiedono al governo una riforma fiscale che cambi i pesi, oggi sui poveri e non sui ricchi. “Un Paese fondato sul lavoro non può permettere che la stragrande maggioranza dei lavoratori paghi più tasse dei datori o di coloro che hanno rendite finanziarie”, ha dichiarato Angeletti. Per Bonanni, invece, la discussione sulla riforma del fisco va fatta a monte del federalismo.
Nello specifico la piattaforma Cisl-Uil sul fisco spazia dalle richieste del calo delle aliquote fiscali per i redditi più bassi al rafforzamento della detassazione del salario di produttività, dalla lotta all’evasione all’innalzamento della tassazione sulle rendite finanziarie. Secondo i sindacati è necessaria una politica fiscale che riduca le tasse su lavoratori, pensionati, famiglie e imprese per rilanciare la domanda interna e i consumi, cosa indispensabile per la crescita del Paese. Cisl e Uil chiedono inoltre al governo di ridurre i costi della politica e della burocrazia e di rafforzare gli attuali sistemi di controllo della spesa pubblica. In particolare riguardo al federalismo fiscale si deve evitare, ribadiscono i sindacati, il rischio di appesantimenti e proliferazioni delle strutture burocratiche, oltre che aumenti della pressione fiscale e dei costi.
Francesca Romana Nesci