La Cisl ha indetto per venerdì 11 febbraio in tutti i capoluoghi di Regione assemblee pubbliche di protesta contro la paralisi della politica e di proposta per il cambiamento del senso sociale ed economico del Paese. Per rilanciare la crescita, secondo il sindacato di via Po’, la soluzione sono nuove politiche per il lavoro, lo sviluppo e il fisco.
Sul primo punto, spiega Giorgio Santini, segretario generale aggiunto, bisogna andare oltre gli ammortizzatori sociali, rilanciando l’occupazione affinché cassintegrati e giovani disoccupati siano reinseriti sul mercato del lavoro. “Un punto percentuale di crescita all’anno non basta”, dice Santini, per questo, per aumentare produttività e occupazione, occorre intervenire con politiche per lo sviluppo economico. Servono accordi per investimenti in infrastrutture, ricerca e innovazione. La Cisl chiede al governo di intervenire, mettendo fine alle diatribe in corso tra Stato e Regioni e sbloccando tutte le risorse disponibili.
Il terzo punto, su cui da tempo lavora la Cisl, è la riforma fiscale. Il sindacato chiede di ridurre la pressione fiscale sul reddito dei lavoratori e dei pensionati, sostenere il lavoro e la crescita. Le risorse necessarie potrebbero essere attinte, dice Santini, dall’evasione, dalle rendite e da una tassazione sui consumi elevati, oltre che sui redditi. Inoltre la Cisl è contraria a un federalismo che aumenti la tassazione sul lavoro dipendente.
Per rilanciare il Paese, osserva il segretario generale aggiunto di via Po’, sono importanti accordi come quello della Fiat che permettono, in situazioni di crisi come quella attuale, di investire nell’industria italiana.
Tra le proposte della Cisl anche quella sul tema della rappresentanza per trovare una sintesi alle differenze interconfederali. Il punto di ancoraggio, sia tra le organizzazioni sindacali che tra queste e la controparte, è l’accordo del 2008 già votato da tutte e tre le confederazioni. Bisogna ripartire da quell’accordo, ribadisce la Cisl, per dare alla contrattazione e alla rappresentanza un aspetto meno conflittuale.
Infine il sindacato di Bonanni invita l’esecutivo a governare, finché ci sono i numeri, e a dare un contributo concreto all’uscita dalla crisi. Per questo i destinatari di questa giornata di mobilitazione saranno tutte le istituzioni, dal governo agli enti locali.
Francesca Romana Nesci