“La fine della legislatura non può distogliere l`attenzione e la responsabilità delle forze politiche dai problemi rimasti aperti a seguito dell`entrata in vigore della riforma previdenziale”. Lo ha dichiarato il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli.
“C`è un problema, in particolare, che abbiamo più volte nei mesi scorsi posto all`attenzione del ministro del lavoro e del Parlamento e rimasto finora inevaso. Si tratta della possibilità di accedere al pensionamento con il requisito contributivo dei 15 anni per tutti i lavoratori e le lavoratrici che abbiano maturato tale anzianità al 31 dicembre 1992, come pure della conferma degli altri requisiti ridotti già previsti dal decreto legislativo 503/92”, si legge in una nota.
“Abbiamo più volte sottolineato come queste deroghe siano funzionali a tutelare, prevalentemente, persone che hanno ormai smesso di lavorare da moltissimi anni e che vedono ora sfumare ogni possibilità di accedere al pensionamento di vecchiaia, vedendo di colpo aumentata l`anzianità contributiva minima richiesta per accedere al pensionamento di vecchiaia”. “Il risparmio previdenziale di questi ‘contributi silenti’, come ha ricordato bene nei giorni scorsi il direttore generale dell`Inps – conclude Petriccioli – ammonta a parecchie centinaia di milioni di euro. Un conto che non può essere fatto pagare alla parte più debole del mondo del lavoro”.