Forse non c’è proprio tutto, ma certamente ci andiamo vicini. Se siete interessati a conoscere in profondità come il cinema ha affrontato e affronta il tema del lavoro c’è un luogo che non potete mancare. Uno spazio libero, ricco di informazioni, materiali e schede (dove alcuni attingono a piene mani, ma guardandosi bene dal segnalarne la provenienza). Ma non importa, agli autori non interessa il copyright, bensì la diffusione della conoscenza di una cultura cinematografica che si alimenta nel vivo delle questioni sociali.
Un sorprendente cammino che incrocia pellicole, autori e registi che si sono dedicati al tema del lavoro nel variegato mondo del cinema.
Dove trovare tutto questo, dunque? Il luogo può apparire banale e certamente non è usuale. Si tratta infatti di una ricca sezione del sito Internet della Cisl della Lombardia che nelle sue viscere nasconde un piccolo tesoro che non deve sfuggire agli appassionati. www.lombardia.cisl.it l’indirizzo. Sezione “cinema e lavoro” dalla home page.
Vediamola più da vicino. Scoprendo così una approfondita storia a puntate del lavoro nel cinema.
Il percorso, affidato alla puntuale ricerca di Enrico Zaninetti, prende avvio dal 1930, epoca della diffusione del sonoro sui grandi schermi dopo le prime sperimentazioni partite pochi anni prima. Oggi il racconto si ferma al 2005, ma è in continuo arricchimento e punta ad arrivare fino ai giorni nostri.
Dal 1930 al 1945 si procede per tappe di cinque anni ciascuna. Dall’anno successivo ogni tappa è dedicata ad una singola stagione.
Le pagine che descrivono le diverse annate sono ampie e il più possibile complete, almeno nell’indicare i film più importanti, che, seppur non più rintracciabili sullo schermo (a meno di frequentare qualche festival o rassegna specializzata) sono magari registrabili in occasione di qualche passaggio televisivo o rintracciabili su Internet. Sono segnalati anche film meno riusciti, ma interessanti per il tema che trattano.
Obiettivo di questo percorso è anche quello di segnalare film utilizzabili nei momenti formativi organizzati da sindacato, associazioni o scuole.
Schede annuali e approfondimenti sui singoli film sono organizzati in due sezioni distinte: storia e pellicole.
La storia. Si parte, come detto, dagli anni ’30, dando il via ad un percorso a tappe che arriverà fino ai giorni nostri. Un cammino di grande interesse per chi si occupa di questi temi perché, come segnalato nella scheda introduttiva “fin dalle prime produzioni il racconto cinematografico si è spesso soffermato anche sulle condizioni sociali e lavorative dei protagonisti. A volte sotto forma di denuncia sociale, altre volte all’interno di storie drammatiche, altre ancora come sfondo di commedie”.
Le pellicole. Alle produzioni più importanti sono dedicate schede singole, inserite anche nella sezione “classici” o, se più recenti, in quella dei “film della settimana”.
Un impegno, quello dei curatori – che si affianca all’organizzazione del Labour Film Festival -, poco conosciuto all’interno della stessa Cisl e che anche per questo, oltre che per l’indubbio suo valore, merita di essere valorizzato.
Il premio Cipputi va a Berlino
“Lorello e Brunello”, il docufilm di Jacopo Quadri vincitore del Premio Cipputi al 35° Torino Film Festival, rappresenterà l’Italia al Berlinale 68, nella sezione Culinary Cinema. Il film racconta il lavoro della terra nella Maremma toscana, fatto di piccoli gesti e grandi fatiche di due gemelli contadini. Il 28 gennaio scorso è stato presentato anche all’International Film Festival di Rotterdam. Il 68° festival del cinema di Berlino si svolge da giovedì 15 a domenica 23 febbraio.