Diciassette edizioni di una rassegna cinematografica dedicata al cinema che racconta il lavoro inizia ad essere un traguardo significativo. Un risultato che pochi immaginavano quando nell’estate del 2009 la Cisl lombarda è entrata nella squadra del Labour Film Festival, in quel momento una iniziativa locale di cinema e lavoro promossa dalle Acli di Sesto San Giovanni con il cinema Rondinella. Con l’ingresso della Cisl la rassegna ha acquistato una dimensione nazionale e oggi si qualifica come la più significativa esperienza italiana di questo genere. Una modalità innovativa per fare cultura sui temi sociali e del lavoro attraverso l’uso del cinema. Un appuntamento lungo un mese che da allora si ripete ogni anno con successo.
Ecco dunque l’edizione 2021, che si apre giovedì 2 settembre con il film di Matteo Balsamo e Francesco del Grosso In prima linea, dedicato al mestiere del reporter di guerra, un tema di scottante attualità in tempo di disonorevole fuga occidentale dall’Afghanistan. I 13 reporter protagonisti ci offrono riflessioni e scatti di scenari bellici a tutte le latitudini: il conflitto israelo-palestinese, la Siria, il fronte ucraino, l’Afghanistan, l’assedio di Sarajevo, il confine tra Kosovo e Albania, l’Egitto. Affianca la proiezione la mostra fotografica After Life sull’esperienza della Carovana della pace con le popolazioni vittime della guerra nella ex Jugoslavia.
La rassegna prevede proiezioni quattro giorni la settimana, il lunedì e il giovedì la sera, il mercoledì e il venerdì di pomeriggio. Anche quest’anno sono tre le sezioni proposte. Labour.Film, dedicata ai lungometraggi di fiction; Labour.Doc, dedicata ai film documentari; Labour.Short. Particolarmente interessante la selezione di cortometraggi – che chiuderà il festival giovedì 7 ottobre – che raccontano piccole storie di lavoratori: una cameriera, una pescatora, un barbiere, un gruppo di raiders, un benzinaio, dei contadini. Prodotti spesso di ottima qualità che raramente hanno l’opportunità di essere presentati in sala.
Per quanto riguarda la parte dedicata ai film, gli organizzatori hanno scelto di proporre pellicole in buona parte realizzate tra il 2019 e il 2020 che, causa epidemia, non hanno avuto molte opportunità per essere viste. Si segnala Lo spaccapietre, di Gianluca e Massimiliano De Serio, un cinema impegnato che accende i riflettori su un duro antico lavoro e la piaga del caporalato. Altro titolo da non perdere Semina il vento, opera di Danilo Caputo, che si dipana tra il lavoro di cura degli ulivi e la lotta contro i trafficanti di rifiuti tossici. Un film con sguardo positivo sui giovani che lottano per un futuro migliore nella campagna pugliese.
Da segnalare ancora, il momento dedicato alla tragica realtà delle morti sul lavoro con un reading sulla sicurezza Scandalo quotidiano di un normale morire a cura del Teatro Officina.
Resta l’incognita della presenza del pubblico. Gli organizzatori, che non hanno voluto rinunciare alla rassegna neppure lo scorso anno in una situazione certamente più complicata dell’attuale, confidano che la voglia di tornare a vedere cinema sul grande schermo faccia premio sulla preoccupazione. Molte delle proposte meritano di vincere la paura, armati di mascherina e green pass, sedersi in una comoda poltrona e gustarsi le proiezioni.
Complessivamente il XVII Labour Film Festival propone ben 19 appuntamenti, 26 pellicole e diverse serate speciali, con l’intervento di registi ed esperti. Anche per l’edizione 2021, al fianco del Labour Film Festival, tra i media partner figurano tra gli altri Il diario del lavoro, Conquiste del lavoro e Labor Tv.
L’intera rassegna si svolge come sempre al Cinema Rondinella di Sesto San Giovanni, con il patrocinio del Servizio per la vita sociale e il lavoro della Diocesi di Milano e di Europa Cinemas, e con la collaborazione del Circolo Acli San Clemente, di Lombardia Servizi e di BiblioLavoro.
Il programma completo del LFF lo trovate su lombardia.cisl.it e cinemarondinella.it.
Costantino Corbari