Nel 2010 l’agricoltura italiana ha registrato timidi segnali di ripresa. Ma nel triennio 2011-2013, senza immediati e straordinari interventi a sostegno degli agricoltori e, soprattutto, senza una nuova politica agraria, 250 mila aziende rischiano di chiudere i battenti e più di 2 milioni di ettari di terreni coltivati sono in grave pericolo. È il grido d’allarme lanciato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori durante la quinta Conferenza economica in svolgimento a Lecce.
I motivi di questo possibile scenario – rileva la Cia – vanno dai costi produttivi sempre più pesanti, agli oneri contributivi e burocratici opprimenti, alla mancanza di una politica adeguata nei confronti del settore.
“Negli ultimi tre anni – aggiunge la Cia – poco o nulla è stato fatto nei confronti delle imprese agricole”. Anzi, si è assistito ad un taglio netto delle risorse: 1,5 miliardi di euro. Ecco perchè‚ la Cia vede “con grande interesse” gli Stati generali dell’agricoltura annunciati dal ministro delle Politiche agricole, Francesco Saverio Romano, per il prossimo mese di novembre a Cremona.
Negli ultimi tre anni i redditi degli agricoltori sono stati decurtati di oltre il 20%. Attualmente i costi produttivi – avverte la Cia – incidono nella gestione aziendale agricola, in media, tra il 60 e l’85%. Nel 2011, secondo le ultime stime, l’incremento dovrebbe oscillare tra l’8 e il 10%. (FRN)