Chimici e metalmeccanici, Filctem e Fiom: vale a dire il diavolo e l’acqua santa, o, fuor di metafora, le due culture sindacali più diverse che si possano immaginare, per la prima volta si presenteranno unite in nome della necessità di dare risposte comuni alle grandi transizioni di questo tempo. Transizioni che riguardano trasversalmente tutta l’industria, ma in particolare, appunto, quella della chimica ed energia (con i settori delle industrie energivore che ne fanno parte, dal vetro alla ceramica alle plastiche), e quella metalmeccanica, dalla siderurgia all’auto, nell’occhio del ciclone a causa della transizione verso l’elettrico. Di qui la decisione di Filctem e Fiom di affrontare l’argomento insieme: sia per svilupparne tutti gli aspetti, da quelli dell’impatto sull’occupazione agli investimenti, sia per dare maggiore forza e visibilità all’iniziativa. Mettendo da parte, per una volta, le profonde differenze culturali che da sempre dividono metalmeccanici e chimici.
Lunedi 27, dunque, trecento delegati di entrambi i ‘’fronti’’ si riuniranno a Roma, nella prima convention delle due principali categorie dell’industria. I lavori saranno aperti dalle relazioni dei due segretari generali, Michele De Palma della Fiom e Marco Falcinelli della Filctem, poi la parola passerà ai delegati. L’obiettivo, costruire un percorso comune per ‘’valorizzare il lavoro industriale e rimetterlo al centro del dibattito pubblico del paese e delle politiche del governo’’.
A questa inedita alleanza i dirigenti delle due categorie lavoravano da tempo, cercando di trovare gli argomenti sui quali era possibile una condivisione e lasciando invece da parte quelli sui quali più profonde apparivano le divergenze. Un lavoro che si è sviluppato, sia pure un po’ sotto traccia, anche nei rispettivi congressi di categoria. Poi, terminati quelli, e in vista del congresso Cgil di Rimini a metà marzo, l’idea si è concretizzata. Non si tratta infatti solo un dialogo a due: il messaggio che esce dall’evento -sì, già dall’evento stesso: quasi a prescindere dai contenuti- è rivolto alla stessa confederazione, così come al governo in carica; non a caso a seguire il dibattito, o meglio, a rispondere alle questioni poste dal dibattito, lunedì sono previsti anche gli interventi del segretario generale Cgil, Maurizio Landini, e del ministro dello sviluppo economico, Adolfo Urso.
Ma se dal governo ci si aspetta che dia risposte sugli investimenti, le transizioni e le misure per affrontarle, o quanto meno di chiarire se abbia, e quale, una propria visione rispetto al sistema paese, alla Cgil le due categorie di Chimici e Metalmeccanici chiedono qualcosa di immediato e concreto: ovvero una svolta netta sul terreno delle politiche industriali, argomento lasciato ormai da troppo tempo in ombra nel dibattito sindacale, o limitato a enunciazioni generiche. Fiom e Filctem ritengono infatti non più rinviabile la creazione di un Osservatorio nazionale confederale per le politiche industriali, che svolga una funzione di coordinamento tra le varie categorie, mettendo in campo le idee necessarie per sciogliere i molti nodi, tutti connessi, che impediscono al paese di crescere. Questa precisa richiesta, tra l’altro, dovrebbe essere anche uno dei capitoli del documento congiunto di Fiom e Filctem che verrà stilato dopo l’incontro di lunedi, quasi a sigillare ufficialmente la nuova alleanza e, soprattutto, il nuovo percorso comune.
Nunzia Penelope