Cgil Cisl e Uil e la Confindustria sembrano aver magicamente ritrovato l’armonia. Lo provano le dichiarazioni-fotocopia con cui i leader delle parti sociali hanno commentato positivamente l’incontro di vemerdi 24 giugno sulla rappresentanza. Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti ed Emma Marcegaglia hanno parlato con una sola voce e si sono dati appuntamento per martedì prossimo, data in cui, con tutta probabilità, sarà possibile firmare un accordo unitario che definisca esattamente chi rappresenta chi, e con quali modalità verrano approvati i contratti e le intese. Non una cosa da poco: sono decenni che si gira attorno al problema, in un loop senza uscita. Ma oggi il mood è cambiato. E questo malgrado appena una settimana fa Cisl e Uil siano scese in piazza senza la Cgil, e malgrado anche ieri, all’appuntamento sulla manovra con il ministro dell’Economia, spiccasse l’assenza di Susanna Camusso. Assenze che lo stesso Raffaele Bonanni però minimizza, tratteggiando un futuro scenario di ritrovata unità sindacale in seguito all’intesa sulla rappresentanza. Non si tratta tuttavia di un miracolo. Piuttosto, è la spinta dell’emergenza. Che per la Confindustria è dettata dall’effetto Marchionne, cioè dallo strappo della Fiat, con la sua ipotesi di contratto self made; ma che trova un gemellaggio ideale nei problemi aperti in Cgil dalla spinta, altrettanto centrifuga, della Fiom e del suo movimentiamo. Sullo sfondo, inoltre, c’è il rischio che sempre più spesso le intese contestate si trasferiscano nelle aule di tribunale, con una indesiderabile (per tutti i soggetti in campo) ‘’giudiziarizzazione” delle vertenze sindacali. Tutto questo, alla fine, non poteva che indurre sindacati e Confindustria a cercare la strada per una soluzione condivisa, facendo, sostanzialmente, di necessità virtù.
Nunzia Penelope