L’Inca e la Cgil hanno presentato oggi un dossier dal titolo “Voucher: ‘buoni’ solo per oscurare diritti e tutele”, a sostegno della campagna referendaria che verterà proprio su voucher e appalti. Nel dossier, oltre ad essere evidenziato l’aspetto distorsivo che hanno sul mercato del lavoro, senza nessun rispetto delle regole contrattuali e senza sanzioni, vengono evidenziate anche le scarse tutele dei voucher sul fronte pensionistico.
Nel dossier infatti sono state realizzate alcune proiezioni, basandosi sull’attuale normativa che disciplina i voucher, per far emergere la disparità che devono subire i percettori di voucher nel campo previdenziale. Su un voucher di 10 euro, sui 2,5 euro di contributi, l’Inps trattiene 50 centesimi, un aggio pari al 5%. In questo modo, denuncia il dossier, Inps e Inail possono incamerare somme di denaro, sotto forma di contributi previdenziali e assicurativi obbligatori, contro gli infortuni e la gestione del servizi, senza che al lavoratore abbia indietro una reale prestazione. Nel 2016 il numero complessivo di voucher venduti è stato di 133,8 milioni, che hanno fruttato alle casse dell’Inps 67 milioni, solo per la gestione del servizio.
Per dare un’idea concreta della situazione, nel dossier è stato paragonato il trattamento dei lavoratori pagati coi voucher, con quello degli agricoli stagionali, dei dipendenti a part time, con contratto di collaborazione e a partita Iva, scelti perché anch’essi rappresentano la precarietà e la frammentazione del mercato del lavoro.
In base alle proiezioni, se l’attuale scenario dovessi mantenersi, così come il ricorso massiccio ai voucher, tutti i lavoratori, retribuiti con questa soluzione, al termine della propria vita lavorativa percepirebbero una pensione di 208,35 euro al mese.