La Cgil sta valutando l’ipotesi di ricorrere alla Corte di Giustizia europea contro il Jobs act, forte anche della sentenza europea sui precari della scuola. Lo ha annunciato il segretario generale Susanna Camusso che, rispetto all’eventualità anche di un referendum abrogativo, ha sottolineato che “c’è tanta strada prima di porsi il tema”.
Camusso ha poi ricordato che “devono ancora essere scritti i decreti legislativi. Il presidente del Consiglio concluse l’unico incontro con i sindacati, alla sua presenza alla Presidenza del Consiglio, dicendo che poi i ministri avrebbero discusso con le parti. Siamo sempre in attesa di vedere se è un annuncio o una cosa che si determina realmente”.
In ogni caso “non è l’approvazione in Parlamento” del Jobs act “che ci fermerà per cambiare una norma che riteniamo sbagliata”. Camusso ha infine ricordato che per il 12 dicembre è stato deciso uno sciopero generale insieme con la Uil. “Ma continueremo la nostra iniziativa – ha concluso – anche alla luce della sentenza di oggi (sulla scuola, ndr), che ha confermato quello che dicevamo, cioè l’uso dei contratti a termine in quale modo contrasta con le direttive europee. Pertanto, muoveremo tutti i passi necessari e continueremo serenamente”.