Lo sciopero generale della Cgil si terrà venerdì 6 maggio. La data dell’iniziativa “contro l’attacco ai diritti dei lavoratori e alla mancanza di politiche di sostegno all’economia da parte del governo”, è stata annunciata oggi dalla segretaria generale, Susanna Camusso. “Partiamo fin da ora con una serie di iniziative – ha detto – sarà una grande mobilitazione per tutto il paese”. Lo stop sarà di quattro ore con manifestazioni territoriali.
La segreteria confederale ha dato seguito al mandato ricevuto dal direttivo, che la settimana scorsa ha deciso a maggioranza per la mobilitazione. In quel documento politico si sosteneva che “è necessario rimettere al centro il tema del lavoro e dello sviluppo, riconquistare un modello contrattuale unitario e battere la pratica degli accordi separati, riassorbire la disoccupazione, contrastare il precariato, estendere le protezioni sociali e ridare fiducia ai giovani. Serve una nuova stagione fatta di obiettivi condivisi e rispettosi della dignità del lavoro e serve definire le regole della democrazia e della rappresentanza”.
L’ultimo episodio a spingere verso la mobilitazione è stato l’accordo separato sul commercio firmato sabato 26 febbraio da Confcommercio, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, cui la Filcams aveva già risposto con un pacchetto di 4 ore di sciopero. Ma la strada verso lo sciopero generale era già ampiamente tracciata dalle politiche economiche del governo, giudicate insufficienti dal sindacato di Corso d’Italia, oltre che dal recente accordo separato sul pubblico impiego e dalla vertenza Fiat con i casi di Mirafiori e Pomigliano.
È il quinto sciopero generale da quando è in carica il governo Berlusconi. Il primo fu nel 2008, poi due volte nel 2009 (dopo l’accordo separato sul modello dei contratti), l’ultimo l’anno scorso. Il primo della Cgil guidata da Susanna Camusso.