“Almaviva è una vertenza per noi tutt’altro che chiusa. Il 28 febbraio, alle 10, saremo davanti al ministero della Sviluppo Economico per chiedere risposte sui lati oscuri di questa vicenda e ricordare che ci sono 1666 persone che hanno il diritto di riavere il proprio futuro”. Così, in una nota, la Cgil e la Slc Cgil di Roma e del Lazio.
“Mentre continua il silenzio delle istituzioni sull’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti in Almaviva do Brasil – prosegue la nota – il Governo assiste inerme all’ulteriore ricatto ai danni dei lavoratori di Napoli e del sindacato locale, costretti a un accordo iniquo per mantenere il posto di lavoro. Se questo è il modo di ‘stare vicino agli ultimi’ c’è poco da rimanere tranquilli. Con l’accordo capestro di Napoli si chiude purtroppo un cerchio tracciato lo scorso 22 dicembre. Questo è ciò che succede quando l’arbitro smette di esercitare la propria funzione e lascia che la parte più forte, l’azienda, abbia il sopravvento su quella più debole, i lavoratori. Ed è inaccettabile perchè i risultati saranno ulteriore povertà e frustrazione. Ci aspettiamo che il Governo intervenga davvero a tutelare il settore. Le autoregolamentazioni sulle delocalizzazioni quando ormai il lavoro è uscito dall’Italia sono gli ennesimi palliativi a uso e consumo della stampa”.
“La vertenza va riaperta e i licenziamenti ritirati per poter ristabilire l’equilibrio fra le sedi senza l’imposizione di accordi iniqui per i lavoratori e dannosi per tutto il settore. Ora sta al Governo scegliere quale ruolo giocare”.