La Cgil e lo Slc, il sindacato dei lavoratori della comunicazione che fa capo alla stessa Cgil, hanno oggi emesso una nota congiunta in relazione alla vertenza originata dalla volontà, espressa dalla proprietà, di chiudere la redazione romana del quotidiano Il Giornale.
“Cgil e Slc-Cgil – è scritto nella nota -, nell’esprimere la propria solidarietà ai lavoratori de Il Giornale, fanno proprie le istanze espresse dal Comitato di redazione e dai rappresentanti dei poligrafici e rilanciano sulla necessità di riaprire la trattativa sindacale per trovare soluzioni che tutelino l’occupazione.”
“Cgil e Slc-Cgil – inoltre – ricordano agli imprenditori, così come alle Istituzioni, che la perdita di presidio” e “l’incertezza dell’occupazione” sono “segnali preoccupanti” che manifestano il “rischio concreto” di “indebolire la democrazia attraverso la limitazione dell’informazione e il calo o la precarizzazione del lavoro nel settore.”
Particolarmente significativo del clima politico in cui si inserisce questa vertenza sindacale è il fatto che questa nota sia stata emessa proprio nel giorno in cui, a Roma, il Governo ha dato il via ai cosiddetti “Stati Generali dell’Editoria”. A Palazzo Chigi, prima il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e poi il sottosegretario con delega all’informazione e all’editoria, il pentastellato Vito Crimi, hanno infatti spiegato che questa iniziativa, cui l’Esecutivo gialloverde sembra voler attribuire grande importanza, si svolgerà attraverso cinque tappe successive, di cui la giornata di oggi ha costituito solo la tappa inaugurale.
L’ultima tappa, prevista per il prossimo mese di settembre, dovrà portare, nei disegni del Governo, alla stesura di specifici disegni di legge volti a riformare i vari aspetti del settore. Si andrà, stando alle parole di Conte e Crimi, dagli aspetti legali del diritto dei cittadini all’informazione, alla tutela dei diritti delle persone oggetto di informazione, ai provvedimenti che dovrebbero andare a sostegno della pluralità dell’informazione, fino a vari aspetti concernenti la posizione e i diritti dei lavoratori dell’informazione stessa, a partire dai giornalisti.
Vasto programma, si potrebbe dire citando una famosa battuta del generale De Gaulle. Ma intanto, una prima risposta, evidentemente polemica, al modo in cui è stato concepito e realizzato l’evento odierno è venuta proprio da Cgil e Slc-Cgil. Nella stessa nota congiunta che è stata originata dalla vertenza relativa alla redazione romana de Il Giornale, le due sigle sindacali scrivono infatti che, nella “giornata inaugurale degli Stati Generali dell’Editoria, spiace” dover “constatare” che, da tali Stati generali, siano stati “estromessi diversi soggetti rappresentativi” del mondo della stessa editoria, tra cui “i sindacati dei poligrafici”, ovvero i sindacati che rappresentano tutte quelle figure professionali, dai grafici ai tipografi, dai tecnici agli amministrativi, la cui opera è indispensabile per la realizzazione stessa di qualsiasi prodotto editoriale a carattere informativo.
“Un paese civile – conclude la nota – non può venire meno al proprio ruolo, mortificando un settore strategico come quello dell’informazione.”
@fernando_liuzzi