“Accelerano i processi di precarizzazione e di peggioramento della qualità del lavoro. È imbarazzante il rimpallo delle responsabilità della politica, che continua a non affrontare i nodi strutturali della debolezza del mercato del lavoro. Anche questa legge di Bilancio non contiene misure forti a favore dell’occupazione, a partire da giovani e donne, della crescita e di investimenti pubblici e privati”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti a commento dei dati provvisori Istat su occupati e disoccupati diffusi oggi.
“Le rilevazioni – sottolinea la dirigente sindacale – confermano le difficoltà di un mercato del lavoro che soffre da tempo di tassi di crescita inferiori alla media europea, in cui rimane un’incidenza drammatica della disoccupazione giovanile, che riguarda un giovane su tre e che ha alimentato negli ultimi anni un processo di forte emigrazione verso l’estero”.
Un mercato del lavoro definito da Scacchetti “debole e frammentato”, in cui, come la Cgil ha più volte denunciato, “il recupero occupazionale è quasi tutto concentrato nei settori a più basso valore aggiunto e sulle fasce più mature dell’occupazione, anche in ragione dell’allungamento della permanenza al lavoro per le sbagliate riforme previdenziali, oltre che caratterizzato da molte meno ore lavorate rispetto al periodo pre-crisi”.
Questo quadro per Scacchetti “non fa che aumentare la nostra preoccupazione e il nostro giudizio di inadeguatezza sulla manovra, priva di interventi a favore di occupazione e crescita e, se non bastasse, iniqua in campo fiscale”. “Si va, infatti, nella direzione contraria a quella necessaria – prosegue la dirigente sindacale – che implica la redistribuzione di ricchezza a favore di pensioni e lavoro anziché, come accade con il decreto fiscale, un premio per gli evasori”.
“Le direttrici su cui investire nel mercato del lavoro per la crescita del Paese – conclude la segretaria confederale della Cgil – dovrebbero essere: il rafforzamento di politiche a favore del lavoro di qualità e il contrasto alla precarietà, la garanzia dell’universalità del sistema degli ammortizzatori e – aggiunge infine – la costruzione di un sistema di politiche attive in grado di garantire il diritto del disoccupato a politiche di sostegno, riqualificazione, inclusione nel mercato del lavoro”.