Il piano del commissario Carlo Cottarelli sulla spending review non convince la confederazione di corso d’Italia. Il punto dolente del piano, spiega il responsabile dei settori pubblici della Cgil, Michele Gentile, è l’ipotesi di 85 mila esuberi tra i dipendenti pubblici, ‘compensabili’ con il blocco completo del turn over. “. Il tutto come se parlassimo di oggetti indistinti e non di professionalità e di competenze utili”.
Il sindacalista prende come esempio la decisione del governo di chiudere il Cnel, “che non condividiamo”, sottolineando inoltre come la sua dimissione debba prima passare attraverso una modifica della Costituzione. Oppure lo scioglimento dell’Aran: “Cottarelli pensa che non vi debba essere più il rinnovo dei contratti collettivi per i dipendenti pubblici?”.
“Se ci si riferisce alle riforme in essere, ed in particolare al disegno di legge Delrio in tema di riordino del sistema delle autonomie locali, sottolinea Gentile, è bene far presente come innanzitutto i numeri non siano quelli e soprattutto, a meno di chiudere servizi pubblici fondamentali, come ad esempio i Centri per l’impiego, non vi siano esuberi ma solo una diversa distribuzione delle persone”.
In sostanza il giudizio della Cgil è questo: “Per una spending review, la cui finalità è sempre più fondamentale, ci si aspettava comunque di meglio e di più, ovvero una maggiore lotta agli sprechi reali e non l’ennesimo attacco al sistema pubblico e del welfare. Attendiamo perciò che il governo convochi le parti per capire se le proposte di Cottarelli sono le stesse dell’esecutivo ed in quella sede, conclude Gentile, presenteremo le nostre proposte contro gli sprechi”.
E.G.