“L’approvazione ad ampia maggioranza della norma sui cambi di appalto nei call center rappresenta un vero e proprio atto di discontinuità rispetto alle norme sul lavoro recentemente approvate”. Lo ha detto il segretario generale della Slc, il sindacato dei lavoratori della comunicazione della Cgil, Massimo Cestaro.
“La decisione assunta da parlamentari del Pd e dal Governo di intervenire con una norma che metta fine alle gravi crisi occupazionali che si sono registrate negli ultimi anni, attraverso l’approvazione in commissione di una norma ad hoc, ha aperto una fase di riflessione interna a tutti i soggetti interessati”. “Il testo approvato dall’aula della Camera – spiega il sindacato – è il frutto di un lavoro congiunto tra i soggetti interessati, committenti, aziende fornitrici del servizio e organizzazioni sindacali, che trova il giusto punto di equilibrio su una vicenda che ha visto consumarsi vere e proprie tragedie per migliaia di lavoratrici e lavoratori: situazioni che si sarebbero potute evitare se Asstel avesse accettato fin da subito di partecipare attivamente al tavolo triangolare da tempo avviato dal Governo su nostra richiesta. La necessità di introdurre clausole sociali che allineassero l’Italia al resto dei Paesi europei, tema imposto all’attenzione dalla Slc Cgil che lo ha sostenuto attraverso due scioperi nazionali, la notte bianca dei call center, una raccolta firme che in meno di un mese ha raccolto 18000 firme e numerosissime iniziative che si sono tenute in tutto il territorio nazionale, ha finalmente trovato uno sbocco positivo. Attendiamo ora che il Senato approvi il testo definitivo.
“La Slc non può che manifestare tutta la propria soddisfazione per i contenuti della norma approvata oggi dalla Camera che rappresentano la soluzione a una vertenza avviata da oltre tre anni che fa giustizia di quanti ritenevano le considerazioni portate dalla Cgil non in linea con il mercato e con le esigenze di sviluppo del Paese. Le lavoratrici e i lavoratori, una volta approvata la norma in via definitiva dal Senato, potranno finalmente sentirsi lavoratori “normali” non soggetti a rischio continuo di vedersi recapitare lettere di licenziamento per meri interessi speculativi legati ai cambi di appalto. Anche il mercato ne trarrà un indubbio beneficio. Da oggi le gare saranno vinte dalle imprese in grado di offrire migliore qualità e efficienza, disponibili quindi a investire in innovazione e ricerca, e non da quelle che in maniera spregiudicata vincevano unicamente attraverso la compressione dell’occupazione, dei salari e dei diritti.