“Invece di annunciare misure roboanti, il Governo potrebbe impegnarsi a garantire ciò che già spetta di diritto a migliaia di lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione straordinaria, ossia l’Assegno di Ricollocazione (AdR), uno strumento che potrebbe già oggi aiutare numerosi lavoratori in difficoltà”. È quanto denuncia in una nota la Cgil Nazionale.
“‘Nessuno deve rimanere indietro’, ma 5 mila lavoratori a rischio licenziamento dipendenti di aziende in crisi (30 tra aziende e imprese per un totale di 80 unità produttive), che hanno valutato l’uscita anticipata per essere ricollocati in maniera più efficace nel mercato del lavoro, attendono ormai da mesi l’Assegno di Ricollocazione. Nonostante l’AdR sia diventato operativo il 23 luglio scorso, con puntuali istruzioni fornite dall’Anpal, non sono state ancora emanate dall’Inps le circolari applicative, nè l’Agenzia delle Entrate ha indicato a tali soggetti le procedure per usufruire degli sgravi Irpef sulle somme erogate, a titolo di incentivo all’esodo. Per questo chi ne avrebbe diritto non può godere di tali benefici, che equivarrebbero a un ingente sostegno economico pari anche al 50% della Cigs non goduta”.
“Chiediamo quindi al Governo – conclude la Cgil – di attivarsi fin da subito affinché tale diritto sia garantito ed evitare così che l’Assegno di Ricollocazione cigs naufraghi come purtroppo già è successo per l’AdR in NASpI e l’AdR disoccupati”.
TN