A 11 mesi dal lancio della campagna contro il caporalato, Cgil, Fillea Cgil e Flai fanno il punto della situazione in una conferenza a Roma. I sindacati rivendicano come un loro successo l’approvazione nella manovra finanziaria di agosto delle norme contro questa forma di sfruttamento. Nel decreto n.138 è stato inserito l’articolo 12 “sull’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”, che recita: “chiunque svolga un’attività organizzate di intermediazione, reclutando manodopera o organizzandone l’attività lavorativa caratterizzata da sfruttamento, mediante violenza, minaccia o intimidazione, approfittando dello stato di bisogno o di necessità dei lavoratori, è punito con la reclusione da cinque a otto anni e con la multa da mille a due mila euro per ciascun lavoratore”.
Secondo Cgil, Fillea e Flai c’è però ancora molto da fare. Per fermare il traffico illegale di manodopera, sostengono, occorre riconoscere la responsabilità dell’impresa che lo utilizza e prevedere una clausola di tutela per i lavoratori che denunciano, in particolare per quanto riguarda i migranti sprovvisti di permesso di soggiorno, che non possono denunciare i loro sfruttatori perché, essendo clandestini, rischiano l’espulsione e ai quali va garantito un permesso temporaneo.
Walter Schiavella, segretario generale della Fillea, dopo aver ricordato l’importanza delle norme approvate in estate, ha detto che “è importante dare un forte segnale al nuovo governo perché si apra al più presto un dialogo che porti all’approvazione della responsabilità per le aziende e al permesso temporaneo per chi denuncia”.
L’importanza di rivendicare i risultati ottenuti è stato al centro dell’intervento del segretario generale della Flai Cgil, Stefania Crogi, che ha aggiunto che il sindacato deve essere sempre più presente nel territorio, tra gli immigrati anche laddove non esistano sedi sindacali. Per la sindacalista si deve “rivisitare il mercato del lavoro agricolo, riportandolo in ambito pubblico. Creare, – ha spiegato – un posto pubblico in cui chi cerca lavoro possa candidarsi e prenotarsi e chi ha bisogno di manodopera possa attingervi. Il tutto dovrà essere legato da un sistema di ricompense dal punto di vista fiscale per le imprese che ne usufruiscono e con una trasparenza ed un diritto di precedenza per coloro che si candidano, che sia controllato e valorizzato dalle organizzazioni sindacali”. Questo ha concluso Crogi “è il nostro programma per il 2012 nel cammino della legalità”.
Presente all’incontro anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso per la quale si deve “rendere esigibile la norma che è stata introdotta nella manovra di agosto” e “cambiare la Bossi-Fini” al fine di garantire i lavoratori migranti”. Il segretario generale della Cgil ha ricordato come oggi il caporalato sia un fenomeno che comincia a riguardare anche il lavoro di trasformazione e dei servizi, “perché – ha detto – c’è una relazione tra diffusione del caporalato e diffusione della criminalità organizzata”, che subentra per mancanza di regole.
Luca Fortis