Sono 130 le famiglie che a Milano rischiano di nuovo lo sfratto, nonostante la sospensione data dal comune agli inquilini, incolpevoli per via della difficile situazione economica, considerati infatti “morosi incolpevoli”.
Ma la situazione non si è ancora sbloccata. “A distanza di mesi sottolineano Graziano Gorla, segretario generale della Cgil Milano e Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia Milano – nonostante siano stati adottati dei provvedimenti, la situazione non è cambiata: le 130 famiglie individuate sono ancora senza una stabilità abitativa. Le misure emanate – proseguono in una nota – si sono arenate: norme troppo strette e poco rassicuranti per i proprietari. Un grave impasse che va risolto. E’ necessario garantire il passaggio da casa a casa e rivedere quei vincoli troppo restrittivi per favorire la stipula di contratti a canone concordato, che sono più sostenibili”.
Una volta finita la proroga dello sfratto, le famigle dovrebbero essere inserite direttamente nelle liste della case popolari, che però hanno attese lunghissime. Il Comune infatto ha chiesto alla Regione di individuare una quota di case popolari da mettere fuori dalle graduatorie.