Ci voleva l’inchiesta di un grande quotidiano per denunciare quello che avviene, quotidianamente, nel paese, piu’ o meno nell’indifferenza, o quanto meno nella sottovalutazione, generale? No, forse no. Ma sta di fatto che i troppi morti in incidenti sul lavoro, e troppo spesso occultati nei cantieri in nero, non riescono quasi mai a sfondare la barriera dei media, se non in qualche caso particolarmente cruento. Dunque, ben vengano le due pagine, piene di dati, tabelle e racconti di casi emblematici, che La Repubblica ha oggi destinato al tema, a firma di Marco Ruffolo: dedicandovi, inoltre, anche l’apertura della prima pagina, dove per un volta le consuete vicende della politica lasciano il posto alle morti sul lavoro, con il titolo ‘’Lavoro, la strage nascosta: cento morti dimenticati’’.
All’iniziativa plaudono i sindacati, che da anni chiedono misure preventive. Annamaria Furlan segretaria generale della Cisl, lo dice senza mezzi termini: “L’inchiesta sui morti sul lavoro e’ un pugno nello stomaco nei confronti della classe dirigente del paese, a tutti i livelli. Purtroppo in Italia si parla di sicurezza sul lavoro solo quando ci sono tragedie ed infortuni gravi. Ma tante, troppe sono le vittime di incidenti sul lavoro occultati, dimenticati a causa del lavoro nero e irregolare, sfruttati nei cantieri o nell’agricoltura”.
“Il tema della sicurezza è il tema della dignità del lavoro e della persona – conclude il segretario della Cisl – un tema che dovrebbe essere assunto come elemento prioritario per il nostro Paese”.
Reazioni analoghe in Cgil: “Da anni –osserva Sebastiano Calleri, responsabile salute e sicurezza della confederazione -insieme alle altre organizzazioni sindacali, chiediamo a Governo e enti preposti di avviare una grande operazione di verità sulle morti sul lavoro e di adottare misure adeguate per favorire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Non può che farci piacere, quindi, che un grande quotidiano come ‘la Repubblica’ si occupi di questo dramma. L’inchiesta pubblicata oggi sulle sue pagine conferma quanto da noi denunciato da tempo, ovvero la sostanziale sottovalutazione del fenomeno da parte delle statistiche Inail e, conseguentemente, dei decisori politici”.
“La Cgil – prosegue il dirigente sindacale – è pronta a fornire analisi e dati sulla situazione, descritta dalle migliaia di nostri delegati, Rls e Rsu che ogni giorno si battono per ottenere condizioni di lavoro civili e per affermare i valori della prevenzione, della salute, della sicurezza. È assolutamente necessario e urgente riaprire un dibattito sul lavoro e le sue condizioni, temi – conclude Calleri – su cui è incentrata la Carta dei diritti promossa dalla Cgil e sostenuta dal percorso referendario”.