Crescono gli iscritti alla Cgil: nel 2024 raggiungono 5.172.844, con un incremento di 22.959 tesserati rispetto all’anno precedente, pari allo 0,45%. Sono alcuni dei dati presentati nel corso di una conferenza stampa da Maurizio Landini e dal segretario organizzativo, Luigi Giove. Gli attivi sono aumentati di 71.019 unità (+2,65%) pari a 2.753.824 (nel 2023 erano 2.682.805). Il numero dei pensionati è diminuito di 48.060 unità (-1.95%) pari a 2.419.020 iscritti (nel 2023 erano 2.467.080).
“Sempre più lavoratrici e lavoratori scelgono la Cgil. Il 2024 è stato un anno di grande mobilitazione che ci ha visto registrare una robusta crescita di consenso verso la nostra organizzazione sindacale, come non accadeva da anni. Presenza capillare sul territorio e nei luoghi di lavoro, coerenza politica e contrattuale, capacità di dare rappresentanza a milioni di persone, continuano ad essere i nostri punti di forza”, ha commentato Giove presentando i dati.
Nel dettaglio: nel 2024 gli attivi rappresentano il 52,1%, ma il dato più interessante è che al loro aumento, forse per la prima volta, contribuiscono gli under 35: +24.720, in crescita di quasi il 6%, per un totale di 438.409 tessere: “un dato, quello dell’adesione di così tanti giovani, che pochi possono vantare’’, sottolinea Giove. Più o meno mezzo milione sono anche i lavoratori stranieri, con un incremento di 8.195 unità (+1,68%). Di questi, 4,1% provengono dall’Ue, 13,9 extra Ue. Tra i Paesi più rappresentativi la Romania (13,99%), Albania (9,82%) e Marocco (9,03%). Per quanto riguarda la distribuzione geografica, i tesserati nel nord-est sono il 27,3%; nord-ovest il 26%; Centro il 24,5%; Sud e Isole il 22,2%. Per settori produttivi: reti e terziario 34,2%; industria e costruzioni 28,3%; settori pubblici 23%; agroalimentare 9,3%; altri comparti 5,2%. Dal punto di vista del genere, c’è una quasi assoluta parità, con una leggera crescita del genere femminile rispetto all’anno precedente. Gli iscritti, inoltre, aumentano sia nel pubblico che nel privato, in particolare nell’industria e nelle costruzioni.
A tutto questo bisogna aggiungere le re-iscrizioni che la Cgil deve fare ogni anno. Ogni inizio di tesseramento, spiega Giove, si ‘’ripuliscono’’ le banche dati, e il lavoro di riordino lascia fuori circa il 20% della base associativa, più o meno un milione di persone. Chi sono? 200 mila circa sono pensionati deceduti, mezzo milione precari che hanno cambiato lavoro, e quindi tessera. Ma il dato più interessante è quello che riguarda coloro che pagano la tessera in contanti e direttamente, invece che tramite delega al datore di lavoro: ‘’perché non vogliono si sappia che sono iscritti alla Cgil”. Un numero decisamente elevato: 173 mila, e sono in aumento. Ci sarebbero poi altro mezzo milione di non tesserati in senso stretto ma appartenenti a organizzazioni che con la Cgil hanno un rapporto diretto, come Federconsumatori, Sunia, associazioni studentesche ecc, che, afferma Giove, ‘’non li consideriamo ovviamente iscritti, ma fanno parte a pieno titolo del mondo Cgil’’.
Nell’occasione, Giove ha presentato anche la nuova App della Cgil: si chiama DigitaCgil ed è scaricabile da Apple Store e Google Store. Vanta già 371mila utenti registrati, con una media di 3-400 adesioni al giorno. L’app non è direttamente collegata all’iscrizione alla Cgil, per quanto consenta, volendo, di richiedere la tessera, ma serve soprattutto a utenti di qualunque tipo, iscritti o meno, che vogliano consulenza e supporto fiscale, previdenziale, contrattuale eccetera. Che funzioni, lo provano le oltre diecimila recensioni già ottenute.
Nunzia Penelope