“Ci stupisce la superficialità di analisi e la semplicità con cui l’assessore Muraro liquida, criticandola, la chiusura della discarica di Malagrotta, senza però condannare il disastro prodotto dal monopolio di Cerroni, a cui è stato permesso troppo a lungo di tenere sotto ricatto la Capitale. Malagrotta semmai è stata chiusa troppo tardi”.
Così, in una nota congiunta, Michele Azzola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio e Natale Di Cola, segretario generale della Fp Cgil di Roma e del Lazio commentano le dichiarazioni dell’assessore all’Ambiente di Roma Capitale Paola Muraro. “Più che ‘miope’ – proseguono – la chiusura di Malagrotta è stata la scelta più qualificante dell’esperienza amministrativa di Ignazio Marino, che pure abbiamo duramente criticato per la gestione della questione rifiuti nel suo complesso. Malagrotta rappresenta un buco nero per Roma, sia dal punto di vista ambientale che etico. Ci stupisce la riabilitazione di uno dei mostri che ha bloccato la modernizzazione di questa città”.
“Si nomini subito l’amministratore unico di Ama – aggiungono – e si riaprano le trattative per far ripartire un’azienda paralizzata, come chiesto unitariamente con le altre organizzazioni sindacali. Da mesi ripetiamo che il disastro non è responsabilità di questa giunta, cui però spetta l’onere di decidere guardando al futuro e facendo uscire Roma dalla campagna elettorale permanente. Siamo d’accordo con l’assessore che per gli impianti serve tempo e una volta abbandonato il progetto degli ecodistretti bisogna ripartire da zero. E bisogna ripartire, lo ripetiamo da anni, da una maggiore responsabilizzazione dei romani, puntando al loro civismo mentre si producono risultati che lo incentivino, anche economicamente. Ma bisogna farlo prescindendo da Malagrotta e da quella voragine etica che ha rappresentato”.