Cgil, Cisl e Uil protestano di fronte a Montecitorio per chiedere profonde modifiche alla manovra che considerano iniqua. “Il Paese chiede equità e che i sacrifici non ricadano sempre sui soliti noti” ha detto il leader della Cgil, Susanna Camusso, parlando con i giornalisti davanti a Montecitorio. L’unità delle organizzazioni sindacali è secondo la Camusso particolarmente importante: “Le bandiere unite fanno un bell’effetto”. “È – aggiunge – un’iniziativa importante in tutta Italia. Il Paese chiede soluzioni eque. Sulle rendite dei patrimoni la manovra dà un’attenzione minore rispetto a quella che dà al carico fiscale sui lavoratori e agli interventi su pensioni e Ici”. La manovra, per la Camusso, è “fortemente depressiva, il rigore sui soliti noti aggrava la situazione del Paese”. Infine quanto all’ipotesi di un nuovo sciopero generale qualora le richieste dei sindacati non vengano recepite Camusso ha detto: “Aspettiamo un attimo, intanto c’è lo sciopero di oggi”.
Simili le posizioni del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che dice:”I sindacati rimarranno in piazza a chiedere cambiamenti fino all’ultimo giorno utile e lanceranno un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché si modifichi il provvedimento”.
Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, “la manovra correttiva dovrebbe salvare l’Italia, ma anche gli italiani che invece hanno avuto qualche colpo dal provvedimento piuttosto che prospettive di salvezza”. “Il governo – aggiunge – rischia di aumentare la disoccupazione e questo rischia di condurci a una nuova manovra”.
In piazza anche il responsabile economico del partito democratico, Stefano Fassina, che ha detto che la “piattaforma dei sindacati ha gli stessi punti che il partito chiede al governo di cambiare”. In proposito il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, incontrerà domani alle 14 i sindacati.
I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil si sono poi riuniti e hanno deciso che proseguiranno a manifestare fino a quando la manovra non sarà mutata.
I sindacati fanno sapere che rimarranno in piazza a chiedere cambiamenti fino “all’ultimo giorno utile” e che lanceranno un appello al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perché si modifichi il provvedimento. (LF)