“Dopo anni di attesa sono stati oggi finalmente firmati i primi contratti di sviluppo della programmazione 2007-2013. Una notizia positiva che, nonostante le attese, permetterà ora di avviare i 24 contratti di sviluppo già cantierati”. Così il sindacato guidato da Susanna Camusso commenta quanto annunciato dal premier Matteo Renzi.
La Cgil, “ritiene positiva questa boccata di ossigeno per gli investimenti, vista la perdurante crisi e il costante calo dell’occupazione”, sottolineando come “i programmi finanziati da fondi europei erano in programmazione da diverso tempo e finalmente vedono un po’ di concretezza”.
“Il fatto che si concentrino all’80% nelle quattro regioni dell’ex area convergenza (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia) – spiega il sindacato di Corso d`Italia – dipende dalla fonte di finanziamento relativa ai fondi strutturali del ciclo di programmazione precedente. Queste misure sono in realtà accelerazione di spesa della programmazione del ‘piano operativo nazionale ricerca e competitività’ del 2007/13, che a fine mese avrebbero visto una decurtazione in ragione dei ritardi di spesa”.
“Dei 24 contratti di sviluppo oggi annunciati – aggiunge ancora la Cgil – circa 6/7 sono già in stato di esecuzione, mentre per i rimanenti è indispensabile che sugli impegni presi dai governi precedenti si sblocchi la programmazione evitando il rischio di perdere ulteriori risorse comunitarie”.
“Sicuramente è importante – rimarca la Cgil – che il governo dia corso a programmi a lungo attesi e che questi siano finalizzati a salvaguardare un pezzo di occupazione che rischiava di scomparire. Non a caso alcune delle aziende che hanno sottoscritto o che sottoscriveranno i contratti di sviluppo sono coinvolti in crisi o in processi di riconversione industriale”.
“Visti i tempi di attuazione dei contratti di sviluppo relativamente di medio – lungo periodo, il ‘governo del fare’ – conclude la Cgil – deve ora mettere in campo una vera strategia economica che non si accontenti di attuare quanto i governi passati hanno programmato, ma sostenga investimenti e occupazione, promuovendo anche idee nuove di politica industriale in grado di trainare il paese fuori dalla crisi e dare una ripresa dell’occupazione vera e consistente”.