In questi ultimi anni “è progressivamente aumentata la distanza tra la crescita effettiva del Pil italiano e le previsioni redatte dai governi in carica”. Le ragioni di questo scostamento sempre più crescente, ha segnalato l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, vanno ricercate, “sia nelle difficoltà congiunturali legate alle forti turbolenze economico-finanziarie che rendono il quadro generale in costante evoluzione, sia nell’obbligo imposto dall’Unione europea di anticipare ad aprile le previsioni di crescita per l’anno in corso”.
“Dal 2007 al 2010 – ha fatto notare Giuseppe Bortolussi, segretario dell’associazione degli artigiani e pmi di Mestre – il Documento di Economia e Finanza veniva presentato tra giugno e settembre. Pertanto, i tecnici avevano maggiori livelli di certezza statistica che consentivano di avvicinarsi più puntualmente al dato reale di crescita di quell’anno. Dal 2011, invece, l’Ue ha obbligato il governo in carica a presentare il Dpef ad aprile”.
“Questa anticipazione ha reso il lavoro dei tecnici molto più arduo, con il risultato che la forbice si è allargata e gli obbiettivi di bilancio sono stati raggiunti solo attraverso manovre correttive redatte in autunno. In sostanza, solo con i dati di crescita del Pil del secondo trimestre dell`anno, che vengono presentati a inizio agosto, si può abbozzare con maggiore precisione la crescita effettiva che, ultimamente, è risultata sovrastimata rispetto al dato reale. Peccato che con le eventuali manovre correttive da realizzare nell`ultima parte dell’anno non possono essere adottate delle misure di contenimento della spesa, ma solo di aumento delle imposte”, ha spiegato.
“E` ovvio – fa notare la Cgia – che le decisioni di finanza pubblica sono quindi influenzate dalle previsioni relative all’andamento del Pil”.