“E’ un testo con alcune buone intenzioni ma insufficienti soprattutto per lavoratori e pensionati, ancora di più se dipendenti pubblici, e che dimentica di chiedere sacrifici veri a chi più ha attraverso una patrimoniale”. È questo il giudizio del segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella, sulla legge di stabilità.
Per il sindacalista “il taglio dell’Irpef sui redditi bassi risponde di certo alle richieste dell’Ugl, ma viene annullato se non sopravanzato dall’aumento delle aliquote Iva, dai tagli alla Sanità, dal blocco degli stipendi della Pubblica Amministrazione fino al 2014 e dalla stretta su Regioni, Provincie e Comuni, che può tradursi in una contrazione dei servizi e in ulteriori tasse locali. Si tratta di misure ispirate ancora al rigore, che porteranno ad un ulteriore blocco del mercato interno, quindi delle produzioni e dell’occupazione. Alla luce di tutto ciò, anche la pur encomiabile introduzione della Tobin Tax appare un semplice pallativo”.
“Così anche l’importante detassazione del salario di produttività – conclude Centrella –, in sé certamente utile e mirato a favorire un’intesa tra sindacati e imprese, rischia di tradursi in una buona intenzione non utile a smuovere la crisi in cui è caduta l’industria, visto che ha fallito già altre volte e in un contesto assai meno critico e meno compromesso di quello attuale”.