Ieri si è interrotta la trattativa per il rinnovo del ccnl degli assicurativi.
Giovanni Cavalcanti segretario nazionale della Fisac Cgil, cosa e’ accaduto? Come si e’ arrivati alla rottura?
Tecnicamente si tratta di una sospensione. Sono già stati programmati nuovi incontri a settembre. Ma si tratta comunque di uno stallo nella trattativa molto forte, causata dal fatto che l’Ania, sostanzialmente, punta alla destrutturazione di alcuni punti del contratto nazionale.
Quali?
Per esempio, le compagnie di assicurazione chiedono un’intercambiabilità e flessibilità maggiore degli addetti dei call center: chi si occupa dei sinistri dovrà occuparsi anche delle vendite e viceversa. A fronte di questa maggiore competenza richiesta agli addetti, tuttavia, i salari non avranno alcuna maggiorazione. Il personale, quindi, e’ decisamente restio a cedere su questo punto. Inoltre vi è la volontà di far diventare anche il venerdì pomeriggio, giornata in cui tradizionalmente nel settore non si lavora, lavorativo.
Quindi non c’erano le condizioni per procedere nel negoziato?
No, e questo nonostante su alcune tematiche come i permessi sindacali e le procedure di riorganizzazione fossimo venuti incontro ad alcune delle richieste della parte datoriale, l’Ania non ha fatto un solo passo verso le nostre posizioni. È emersa una chiara volontà di non rinnovare il ccnl. Ed e’ un errore drammatico in un momento in cui si dovranno affrontare molte riorganizzazioni aziendali.
Anche riguardo agli aspetti economici le posizioni restano lontane?
Sì, l’Ania offre un aumento del 5,74%. Una cifra molto diversa dal 9,34% che chiediamo.
Cosa farete ora?
A settembre proporremo la mobilitazione di tutta la categoria, promuoveremo molti presidi e interromperemo le relazioni industriali nelle aziende.
Luca Fortis