“Oggettivamente, la situazione delle imprese agricole è molto difficile. Io lo dico da tempo, i margini di redditività si sono assottigliati enormemente”. Lo ha detto il ministro per le Politiche agricole Mario Catania, oggi a Firenze, a margine del 2/o convegno “Agriventure ‘L’agribusiness per il rilancio economico del paese”.
“Il problema – ha aggiunto – principale non è dovuto tanto alle accise e a fattori esterni. È dovuto al rapporto dell’impresa agricola con la filiera: i nostri agricoltori ricevono dal mercato una remunerazione troppo bassa perché troppo valore viene trattenuto negli anelli che sono a valle dell’impresa agricola”. «”Ci sono troppi passaggi dall’agricoltore al consumatore finale – ha detto ancora Catania – e ci sono troppe realtà che trattengono valore nell’arco di questa filiera”.
Per quanto riguarda l’azione del governo, il ministro ha spiegato che “finora si è lavorato sulla base dell’emergenza e del contesto finanziario. È chiaro che con il trascorrere del tempo l’esecutivo deve passare a puntare maggiormente l’attenzione sulla crescita”. “Un primo step in questa direzione – ha proseguito – è stato il decreto liberalizzazioni e unitamente ad esso i provvedimenti in materia di semplificazioni adottati nell’ultimo periodo. Sono interventi che non vanno sottovalutati. Nel caso del comparto agroalimentare vanno a toccare, per esempio, il funzionamento della filiera che è una delle criticità del sistema. Nella filiera ci sono troppi passaggi e troppo poco valore che rimane al settore”. “Abbiamo agito – ha sostenuto – anche con misure importanti relative al credito: nel decreto legge sulle liberalizzazioni c’è una norma che istituisce un fondo credito che introduce un circuito virtuoso e tende a mettere a disposizione delle aziende agricole un accesso al credito più semplice soprattutto in relazione alle misure di sviluppo rurale”. “Quindi – ha concluso il ministro -, lavoreremo ancora in questa direzione nei prossimi mesi con ulteriori misure che spero siano consistenti pur tenendo conto che non possiamo mettere in pista risorse finanziarie apprezzabili perché il quadro di bilancio non ce lo consente”. (LF)
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