Lo scorso 15 gennaio sono state sospese, su richiesta dei sindacati di categoria, le trattative per il rinnovo del CCNL applicabile al personale dipendente non dirigente delle imprese assicuratrici. Il diario del lavoro ha intervistato il direttore delle relazioni industriali di Ania, Luigi Caso.
La trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro degli assicurativi è stata sospesa dietro richiesta dei sindacati Fisac-Cgil, Fna, First-Cisl, Uilca e Snfia. Quali differenze sono emerse, nel corso della discussione, tra le rivendicazioni delle rappresentanze dei lavoratori e le posizioni delle Imprese?
In effetti ci sono differenze di impostazione e contenuti, soprattutto per quanto attiene le richieste sindacali in materia di area contrattuale (ampliamento dell’ambito di applicazione del CCNL di settore), di call center (inquadramento degli addetti tra i dipendenti amministrativi, con conseguente adeguamento del loro trattamento economico) e di aumenti retributivi (che variano da un minimo dell’8,53% circa ad un massimo del 29,68% circa). Le imprese hanno di converso sostenuto la forte necessità di una revisione delle norme contrattuali relative, tra l’altro: all’inquadramento del personale amministrativo, all’orario di lavoro (con la previsione di una distribuzione settimanale che deve comprendere il venerdì pomeriggio), alla regolamentazione afferente al call center (che deve prevedere la fungibilità tra le diverse mansioni svolte dagli addetti), agli automatismi economici contrattuali e, da ultimo, alla revisione della disciplina concernente i permessi sindacali.
Dopo la sospensione delle trattative lei ha dichiarato “ci auguriamo che questa pausa possa consentire loro anche di riflettere sulle proposte del comparto che, come è noto, sono dirette ad una revisione delle norme contrattuali necessaria per il riordino organizzativo delle imprese ed il miglioramento della loro produttività. Il tutto con lo scopo ultimo di salvaguardare, attraverso un recupero di efficienza, i livelli occupazionali del settore.” Il settore assicurativo ha chiuso positivamente il 2015? Sono a rischio i livelli occupazionali?
Il settore assicurativo ha registrato un positivo andamento nel corso del 2015 e, allo stato attuale, non possono dirsi a rischio i livelli occupazionali del comparto; tuttavia, il contesto economico e finanziario di riferimento presenta ancora, soprattutto in via prospettica, motivi di preoccupazione e ciò comporta la necessità di una revisione delle norme contrattuali che, come lei ha ricordato, è finalizzata al riordino organizzativo delle imprese ed al miglioramento della loro produttività. Questo, nell’ottica di poter, attraverso anche la razionalizzazione dei costi, creare i presupposti che possano appunto salvaguardare i nostri livelli occupazionali.
I sindacati vogliono evitare “una ristrutturazione del sistema delle classi di anzianità che, se attuata, produrrebbe una sostanziale riduzione del potere d’acquisto delle retribuzioni”. Cosa pensa in proposito? Le classi di anzianità sono state messe in discussione durante la trattativa?
La proposta datoriale, a ben vedere, prevede una revisione degli attuali automatismi economici contrattuali, finalizzata a modulare diversamente gli andamenti retributivi legati all’anzianità di servizio e a ridurre l’impatto di detti automatismi sul costo del lavoro. In nessuno dei più importanti settori merceologici esiste un sistema di automatismi economici – come quello in essere nel settore assicurativo – che prevede scatti di anzianità fin oltre il trentesimo anno di servizio.
Ci sono i margini per riprendere le trattative ed arrivare a breve termine ad un accordo? Cosa vi aspettate dai Sindacati?
Spero che detti margini possano esserci, ma occorrerà che le organizzazioni sindacali effettuino, durante questa sospensione del negoziato, una profonda riflessione sulle argomentazioni svolte dalle imprese e valutino con ponderazione talune aperture che le stesse hanno manifestato su alcune importanti tematiche contenute nella loro piattaforma. Mi auguro che le buone relazioni industriali, che hanno sempre contraddistinto il nostro settore, possano consentire una ripresa del negoziato su basi realmente costruttive, tenendo ben presente che gli elementi retributivi dovranno però tenere conto dell’attuale scenario economico ed accompagnarsi a significative modifiche normative necessarie per migliorare l’efficienza delle imprese.