È stato siglato, lo scorso 2 marzo, il rinnovo per il contratto degli oltre 1500 dirigenti del gruppo Fca-Cnhi, cui si aggiungeranno quelli di Ferrari, che ieri ha comunicato la volontà di aderirvi. Un rinnovo “in continuità con il passato”, secondo il direttore generale di Federmanager, Mario Cardoni, che in quest’intervista ne descrive punti di forza e di innovazione.
Cardoni, quali sono le principali novità introdotte nel rinnovo contrattuale?
Si può dire che il contratto non contiene grosse novità, dato che l’obiettivo è stato, piuttosto, quello di consolidare le innovazioni già introdotte nel precedente rinnovo, all’insegna della continuità con il passato. Ciò che però contraddistingue senza dubbio questo rinnovo è che è stato raggiunto in tempi rapidi e in una situazione non certo ottimale per la contrattazione nel nostro paese.
A cosa si deve il raggiungimento di questo traguardo?
Principalmente al fattore partnership: dal 2011, infatti, l’osservatorio paritetico istituito tra Federmanager e il gruppo Fca-Cnhi, ha svolto, e continua tutt’ora a svolgere, un ruolo fondamentale nel processo di monitoraggio, approfondimento e valutazione delle politiche aziendali in atto a livello nazionale e internazionale. È grazie a questo organismo, previsto nel contratto, che riusciamo a individuare per tempo, e con maggiore facilità, quali politiche negoziare in fase di rinnovo.
Quali sono, invece, gli elementi che distinguono questo contratto da quello nazionale stipulato con Confindustria?
Innanzitutto i livelli minimi retributivi: laddove nel contratto nazionale ne è presente un solo, pari a 66 mila euro, nel contratto con Fca-Cnhi ne sono stati mantenuti due, uno stabilito in 65 mila euro per dirigenti con anzianità aziendale fino a 6 anni compiuti, l’altro stabilito in 82 mila euro, per quelli con anzianità oltre i 6 anni. Vi è poi l’elemento della risoluzione del rapporto di lavoro: è stato mantenuto il preavviso che va dagli 8 ai 12 mesi, rispetto ai 6-12 del contratto con Confindustria, dopodichè scatta automaticamente la somma di un’indennità aggiuntiva che va dalle 8 alle 18 mensilità, con ulteriori 4 mensilità per chi ha più di 25 anni di anzianità o più di 55 anni di età. Infine, una piccola ma apprezzata modifica, è stata quella che ha eliminato il limite di spesa per l’utilizzo dell’auto aziendale e della carta carburante.
Quali sono, quindi, i punti forti del contratto?
Innanzitutto c’è il tema del welfare, che è stato preservato e valorizzato grazie a due fondi che assicurano un’erogazione di trattamenti previdenziali e coperture sanitarie superiori rispetto a quelle previste nel contratto nazionale; si tratta del Fipdaf, fondo integrativo di previdenza, e del Fisdaf, fondo di sanità integrativa. Inoltre, vi è il tema della formazione continua, rispetto al quale si è dato il via a un percorso nuovo, grazie all’adesione al fondo Fondirigenti Giuseppe Tagliercio, incentrato sulla valorizzazione delle professionalità specifiche e delle capacità soft del ruolo dirigenziale.
Fabiana Palombo