I festeggiamenti per la firma dell’accordo unitario interconfederale sono durati nemmeno 24 ore: a guastarli, nel pomeriggio, è arrivata una lettera di Sergio Marchionne ad Emma Marcegaglia, con cui l’ad della Fiat fa sapere che l’accordo non va bene, perché non è sufficiente a garantire l’esigibilità delle intese separate su Mirafiori, Grugliasco e Pomigliano. E dunque, insiste Marchionne, o all’accordo di martedì 17 seguiranno altri passi, oppure, dal 1 gennaio 2012, la Fiat uscirà definitivamente dal sistema Confindustria. Questa, in estrema sintesi, il senso della lettera di Marchionne, che l’ad fa sapere di aver inviato anche ai capi dei tre sindacati Cgil Cisl e Uil. Marcegaglia, però, ha replicato duro: l’accordo, ha scritto a sua volta all’Ad Fiat, è ‘’un grande successo”, e in ogni caso non può essere modificato, perché frutto di una lunga e attenta mediazione tra le esigenze di tutti i soggetti in campo. Rispetto alle esigenze della Fiat, insiste Marcegaglia, ‘’a noi pare che soddisfi anche le vostre istanze, in quanto gli accordi in questione possono facilmente rientrare nelle nuove norme pattutite”. Se tuttavia la Fiat non ritenesse utile ‘’verificare la praticabilità di questa via, al fine di ottenere garanzie riguardo agli accordi già raggiunti nel gruppo Fiat a fronte della causa intentata dalla Fiom, non vediamo altra strada – prosegue la presidente di Confindustria – se non quella di un intervento legislativo con effetto retroattivo, che, in quanto tale, non è nella disponibilità di Confindustria”.
Sulla possibilità di un intervento legislativo si era espresso, oggi, anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, smentendo tuttavia di aver fatto pressioni perché nell’intesa di martedì venisse inserita una “clausola Fiat” sulla retroattività dell’accordo stesso, che in pratica avrebbe contribuito a disinnescare le cause giudiziarie avviate dalla Fiom contro gli accordi stessi.
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