Donata Canta, segretaria generale Cgil Torino, avete incontrato Piero Fassino in campagna elettorale?
Sì abbiamo incontrato tutti i canditati e abbiamo avuto un’impressione positiva del nuovo sindaco. Sono state poste una serie di problematiche e le risposte ricevute su molti punti sono state positive.
Quali sono i problemi che avete posto a Fassino?
Il primo problema è quello del lavoro. Torino ha un triste primato, quello della disoccupazione giovanile che supera il 32,5%. Inoltre vi è una forte presenza della precariètà con una presenza sempre più alta di stage, partite iva che nascondo in realtà rapporti di lavoro continuativi. Il secondo problema è come mantenere il tradizionale welfare torinese, che non riguarda solamente i poveri, ma anche gli anziani e i bambini. Le risorse economiche diminuiscono e non sarà facile trovare finanziamenti nuovi.
Altre criticità?
La casa, a Torino al contrario che nel resto del paese, il 48% della popolazione vive in affitto e con l’esplosione della crisi e della cassa integrazione molti cominciano ad avere problemi a pagare l’affitto. Si pensi che le richieste di cassa integrazione nel 2010 sono state 122 milioni. Infine abbiamo segnalato a Fassino il problema degli appalti a massimo ribasso che nascondono spesso il mancato rispetto dei diritti dei lavoratori e delle regole di sicurezza nei cantieri.
Riguardo alla Fiat avete chiesto a Fassino di intervenire?
Sì, per noi è fondamentale che la testa dell’azienda rimanga in città, non solamente la sede legale, ma anche i centri ricerca e una parte della produzione di prodotti di alta gamma.
Cosa chiedete?
Sul precariato che il sindaco si faccia promotore con l’università e con le imprese di iniziative che contrastino l’uso distorto degli stage e delle partite iva. Inoltre chiediamo a Fassino di far pressione sulla regione perché ponga limiti a questo fenomeno con una legge. Sempre sul lavoro chiediamo che si aiuti le aziende del terziario a far sistema. Nel torinese sì è visto un forte spostamento del lavoro dall’industria al terziario. I posti di lavoro creati sono però precari e interessano piccolissime imprese. Si tratta di un sistema molto fragile che va riordinato e aiutato a crescere.
Sul welfare quale è la vostra soluzione?
Abbiamo firmato un accordo con il sindaco uscente Sergio Chiamparino, per cui a fronte di 14 milioni di tagli da Roma, il comune ne investirà sei nel welfare.
Sulla casa e sugli appalti?
Sulla crisi abitativa chiediamo di valorizzare il sistema degli affitti convenzionati. Per quanto riguarda gli appalti noi chiediamo al comune di abbandonare le gare a massimo ribasso e costruire un sistema che guardi anche alla qualità e al lavoro.
Luca Fortis