Per il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, la “stagione contrattuale è in salita”. Lo ha detto nel suo intervento al direttivo nazionale del suo sindacato che si riunisce a Expo 2015. “C’è un conflitto aperto tra Confindustria e le sue categorie. La ragione vera è che Confindustria continua a sostenere politica di bassi salari, di fatto conferma una linea di riduzione del salario. I rinnovi devono andare avanti e costruire delle soluzioni. A fine direttivo costruiremo una nostra proposta” ha aggiunto.
In materia di rinnovi contrattuali, ha proseguito, “non c’è solo il problema del salario, ma anche il tema della partecipazione. Non si può ignorare il caso Volkswagen, non basta mettere qualche lavoratore nel Cda. La partecipazione non deve essere cogestione, ma codeterminazione delle scelte che ricadono direttamente sulle condizioni del lavoratore. Vogliamo capire se Confindustria ha veramente voglia di innovare o preferisce mantenere un solo deus ex machina nell’impresa che fa tutto” ha concluso la sindacalista facendo riferimento anche alla vendita da parte dello Stato del 40% di Poste Italiane.
Per il segretario generale della Cgil, inoltre, “la misura della legge di Stabilità sarà la riforma delle pensioni”. Lo ha detto durante il suo intervento al direttivo nazionale del sindacato. A suo parere serve una “mobilitazione concreta sulla riforma delle pensioni”.
Il segretario generale della Cgil considera le “indiscrezioni” sulla legge di Stabilità in continuità con quelle degli anni passati e quindi non positive. “Per ciò che finirà è noto, e siamo nel campo delle indiscrezioni, siamo in totale continuità con le leggi degli anni precedenti. Sembra di riavvolgere il nastro indietro, alla stessa discussione di sei anni fa con il governo Berlusconi sulla tassa sulla casa. E’ cambiata tre volte la normativa, ma senza benefici. L’idea che quello sia l’unico punto su cui agire è quella di una ulteriore forma di privilegio per chi sta meglio”,
“L’idea è che il nodo delle pensioni influisce in larga parte sulla disoccupazione giovanile. Se non diamo coerenza a questa priorità rischiamo la lacerazione del rapporto con lavoratori e lavoratrici. Una parte non piccola del rancore che sta attraversando questo Paese è legata alla legge Fornero che insieme alla disoccupazione costituisce una miscela esplosiva”, ha aggiunto la sindacalista. Per il leader della Cgil, infatti, i problemi di ingiustizia determinati dalla legge Fornero sono ormai più che evidenti non solo rispetto al prolungamento dell’attività lavorativa e alle difficoltà che hanno molti lavoratori nell’inseguire l’aspettativa di vita, ma anche dal punto di vista del divario che si determina tra lavoratori”. Lo ha detto a margine del direttivo nazionale del suo sindacato che si è riunito a Expo 2015. “Pensiamo che una mobilitazione sia davvero la strada per ricostruire non solo un elemento di giustizia sociale, ma anche per dire cominciamo a smuovere qualcosa sul fronte della disoccupazione” ha aggiunto riferendosi a iniziative per l’abolizione della stessa legge Fornero.
“Con Cisl e Uil i rapporti non sono così facili. Bisogna investire sul fatto che la riforma delle pensioni sarà la prova. Il problema non è mettere insieme chi è già nelle piazze, bisogna costruire il movimento, con Cisl e Uil o da soli se non ce la facciamo”, ha continuato. “Non possiamo pensare che sia una rapida passeggiata che si risolve nei presidi di questi giorni con Cisl e Uil”, ha concluso Camusso.
Per Camusso, infine, non è vero, come ha detto ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che “il Jobs act porta nuovi diritti”. “Bisognerebbe organizzare una caccia al tesoro per vedere dove sono questi nuovi diritti. Mi pare che quello che ha portato è rendere legittimi i comportamenti che prima erano dalle nostre leggi e norme dichiarati illegittimi” ha detto Camusso a margine del direttivo nazionale del suo sindacato che si è riunito a Expo 2015.