Susanna Camusso la butta sull’ironia: ”un’ora sola ti vorrei”, definisce l’incontro di domattina con Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Il riferimento e’ al tempo -brevissimo- fissato in agenda: appena sessanta minuti. Pochi, sicuramente, per affrontare tutti i nodi del Jobs Act. Ma, come si dice, meglio di niente, rispetto al muro di incomunicabilita’ che, fin qui, ha contraddistinto i rapporti tra le organizzazioni dei lavoratori e il governo.
Al termine del vertice dei sindacati europei, tenutosi oggi nella sede romana della Cgil, il leader del sindacato di corso d’Italia ha chiarito come l’incontro di domani con il premier Renzi non inciderà sulle linee d’azione sindacali: “Andremo a sentire ciò che Renzi ha da dire, ma non basta un incontro di un’ora per dire che le politiche del governo vanno bene. Se il governo continua con le politiche finora annunciate è inevitabile che la mobilitazione del sindacato andrà avanti”, ha sottolineato la segretaria della Cgil, aggiungendo poi che la convocazione ricevuta è assolutamente generica: “si potrebbe parlare di tutto e di niente. Staremo a vedere”.
“A prescindere dall’incontro di domani – ha proseguito Camusso- noi abbiamo indetto una manifestazione per il 25 ottobre che confermiamo e rafforziamo”.
Nemmeno l’eventuale decisione del governo di porre la fiducia al Senato, eventualità che potrebbe concretizzarsi questa sera stessa, sembra preoccupare i sindacati: “Se si conclude – ha detto il segretario generale aggiunto Uil, Carmelo Barbagallo – si conclude solo nel primo ramo del Parlamento”. “Il voto in Senato rappresenterà solo il primo passaggio in Parlamento. Non sarà un solo voto parlamentare a fermare iniziative contro scelte considerate sbagliate”, gli ha fatto ecola Camusso.
Infine, in merito all’approccio che verrà usato domani dai sindacati, Barbagallo ha dichiarato: “Ci confronteremo per capire se il governo ha intenzione di cambiare le politiche economiche nella direzione che la stessa Ces (il sindacato europeo) sta chiedendo. E chiederemo di estendere le tutele anche ai giovani che non ce l’hanno”.
Intanto, Camusso insiste nel paragonare Renzi alla Thatcher: “Siamo a metà del semestre europeo a guida italiana e non c’è stato ancora accenno di dialogo sociale da parte del presidente del Consiglio. Questa modalità si era vista in Europa una sola volta, con madame Thatcher”.
F.P.