Duro scambio di battute tra Susanna Camusso e Matteo Renzi. La prima indica le priorità al premier, questi risponde di essere pronto al dialogo ma di non dover cercare a tutti i costi un accordo con le parti sociali. Il segretario della Cgil Susanna Camusso, che negli ultimi giorni non ha risparmiato al premier dure critiche al governo, ora chiede risposte concrete e si dichiara pronta allo sciopero, “Se non ci ascolta, se le richieste avanzate dal sindacato su lavoro e fisco non saranno accolte e si andrà in direzione contraria, siamo pronti alla mobilitazione”, ha detto il leader del sindacato nelle conclusioni dei lavori del comitato direttivo che si è tenuto domenica in Corso d’Italia a Roma. Nel comitato direttivo è stata sostenuta la necessità di vere e proprie detrazioni più che intervenire solo sull’Irpef, perché questo potrebbe favorire in qualche misura gli evasori fiscali. Le priorità restano lavoro, ammortizzatori sociali e riforma del fisco. La leader della cgil torna sul piede di guerra dopo i segnali di distensione dei mesi scorsi e una iniziale apertura nei confronti del Jobs Act. “Matteo Renzi , sostiene, rischia di confondere un’azione di riavvicinamento della politica al Paese con il culto della personalità”. Ma la leader della Cgil non si limita solo a fornire al premier consigli di stile. La sua è una critica dura, al limite della bocciatura, sui contenuti riguardanti la riforma del lavoro proposta dal nuovo esecutivo, a partire dal piano sul cuneo fiscale che viene giudicato “insufficiente”: “I cinque miliardi di risorse che il governo prevede di ricavare dal taglio alla spesa pubblica e destinare al taglio del cuneo fiscale, sostiene Camusso nel suo intervento al congresso provinciale di Brescia del sindacato, è una misura ancora lontana dall’avere quell’effetto choc che il presidente del Consiglio aveva annunciato in Parlamento”. Secondo la sindacalista, “il governo continua a parlare di aliquote Irpef e non va bene, perchè così si dà una risposta ai lavoratori e agli evasori contemporaneamente”. La Cgil invece ritiene che “si debba agire sulle detrazioni dei lavoratori dipendenti e dei pensionati”. Il segretario generale della Cgil si augura, inoltre, che il Jobs Act annunciato da Renzi “non sia l’ennesima moltiplicazione delle forme di ingresso al lavoro e quindi della precarietà”. A suo avviso “sarebbe utile, per mettere ordine al sistema, che si comincino a tagliare tutte le forme di precarietà e poi, a quel punto, si può discutere anche di contratto unico”. Tra le altre indicazioni del segretario generale della Cgil c’è “la creazione di un sistema di ammortizzatori sociali universale, perché oggi è diseguale e ci costringe in pochi mesi a chiedere le risorse per l’anno precedente e quello in corso”. Un sistema che “ancora sia fatto di contribuzione delle imprese e di fiscalità generale, perchè la contribuzione dei lavoratori e delle imprese da sola non è sufficiente”. “Il tema oggi, aggiunge a proposito della possibile esenzione per 3 anni dell’articolo 18 previsto nel Jobs Act, non è quello dei licenziamenti ma delle assunzioni, servono politiche per creare il lavoro e per non far fuggire non solo i cervelli ma anche la manodopera giovanile, altrimenti creiamo un debito straordinario sui nostri figli e sui nostri nipoti progettando un paese di poveri”. Matteo Renzi di contro risponde alle critiche ricevute in una intervista a “ Che tempo che fa” . Intervenendo sul tema del taglio di Irap e Irpef: “Il pacchetto di misure lo presentiamo mercoledì con le entrate e le uscite. Non ritengo giusto che ne parli oggi ma trovo abbastanza imbarazzante che per anni si sono aumentare le tasse, ora che si stanno abbassando sono iniziate le polemiche. Ascoltiamo Confindustria, ascoltiamo i sindacati. Noi ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo: lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese”. “Il fisco non deve essere un nemico, continua Renzi, e il governo agirà per questo, ad esempio con la dichiarazione precompilata che invieremo a casa per semplificare le regole del gioco. “L’assegno di disoccupazione arriverà con un ddl che impone la riorganizzazione degli strumenti di ammortizzazione sociale”. Lo dice il Matteo Renzi che chiede “un altro impegno. Al disoccupato dò il contributo ma lui non sta a casa o al bar ma mi da una mano per le cose che servono. Ti do una mano e tu mi dai una mano ad aiutarti”. “Avremo i sindacati contro? Ce ne faremo una ragione” .
Camusso, Renzi? per ora solo annunci, e ignora le parti sociali
Il governo non scalda il cuore della Cgil, che in attesa di vedere atti concreti boccia sgravi Irap e Irpef. Sulla rappresentanza: ''se il voto dei lavoratori sara' negativo, ritireremo la nostra firma''.