La risposta del governo sul finanziamento della cassa integrazione in deroga, che necessita di un altro miliardo di euro, è “generica e insufficiente”. Lo ha affermato il leader della Cgil, Susanna Camusso, a margine della presentazione di un libro su Bruno Buozzi.
“Abbiamo regioni nelle quali sono cominciati i licenziamenti, ha ricordato il segretario, non si può interrompere uno strumento come la cassa integrazione in deroga che rappresenta per i lavoratori l’unica forma di sussistenza, ma anche l’unico strumento che dà la prospettiva per le attività produttive, che altrimenti sarebbero chiuse. Servono i finanziamenti. Che non ci siano cambiamenti in corso d’opera, che impediscano l’attuazione degli accordi”.
Camusso ha aggiunto che “anche noi pensiamo che non si possa mantenere in vita per anni uno strumento che si chiama deroga e che quindi come tale vada superato. Però bisogna affrontarlo attraverso l’esistenza di un ammoritizzatore universale, perché se non si sostituisce così le ragioni che hanno determinato la cassa in deroga tornerebbero tutte”. “Mi pare assolutamente evidente che la tendenza nel nostro Paese continui a essere quella dell’incremento della disoccupazione, sia di chi esce dal mercato del lavoro che, soprattutto per intensità e dimensione, quella dei giovani”.
Così il leader della Cgil, Susanna Camusso, ha commentato il bollettino della Bce : “È la ragione per cui diciamo al governo, ha aggiunto, che insieme a una scelta giusta di una politica di restituzione fiscale nei confronti del lavoro il problema è come si crea lavoro. Limitarsi ad aspettare che riprendano gli investimenti da parte delle imprese non è una ricetta positiva”.
In merito all’aumento della tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26% a partire da luglio, che riguarderà anche gli interessi maturati sui conti correnti, Camusso ha sottolineato che “il problema riguarda la misura dell’intervento e la misura che ha. Occorre studiare il provvedimento e vedere che livello di incisività abbia”. Secondo il numero uno della Cgil “nessun argomento è però sufficiente a farci tornare indietro dall’idea che la tassazione delle rendite sia una delle strade necessarie di redistribuzione”.