Si è estesa a tutta Italia la protesta degli autotrasportatori che era cominciata in Sicilia con il ”Movimento dei forconi” e contro gli aumenti del gasolio, dei pedaggi autostradali e dell’Irpef. Scattato alla mezzanotte, lo sciopero dei Tir che andrà avanti sino a venerdì, sta provocando disagi su molti tratti della rete autostradale, anche con la chiusura di caselli e sulle tangenziali che attraversano le città. L’adesione è ”superiore a qualsiasi aspettativa”, fa sapere il movimento Trasportounito, secondo cui proprio questo è un segnale della ”gravità” della crisi”.
Anche i taxi proseguono lo sciopero contro la liberalizzazione del settore. Città paralizzate, niente taxi negli aeroporti o nelle stazioni, cortei e proteste ovunque: oggi i tassisti hanno deciso di incrociare le braccia in tutta Italia, dalle 8 alle 22 (solo a Palermo dalle 12 alle 18). A Roma, al Circo Massimo, sono arrivati centinaia di tassisti e si è svolto il comizio dei loro rappresentanti sindacali. “Non siamo soddisfatti perché c’erano state date delle assicurazioni che avrebbero modificato alcuni punti del decreto”, ha detto il presidente di Uritaxi, Loreno Bittarelli, commentando il testo del decreto del Governo Monti. “In realtà – ha spiegato – è stata soltanto tolta quella lettera che prevedeva la possibilità di intestare più licenze ad un medesimo soggetto. E questo non è sufficiente perché sono rimasti altri problemi quali la territorialità ed i superpoteri dell’authority”. Bittarelli ha annunciato che i tassisti chiederanno un nuovo incontro al governo. (LF)
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