L’assemblea dei lavoratori di Caffitaly a Gaggio Montano, nell’appennino bolognese, ha approvato ieri all’unanimità un accordo quadro su cui nei giorni scorsi si era trovata un’intesa tra proprietà e rappresentanze sindacali. Si prospetta così una fase di uscita dalla grave crisi di cui è stata protagonista l’azienda bolognese, produttrice di capsule e macchine da caffè.
L’accordo prevede il ricorso alla Cassa integrazione straordinaria (Cigs) per riorganizzazione industriale, a partire dalla fine di gennaio, e un piano di investimenti che porterà nel corso dell’anno tre nuove linee di capsule nello stabilimento di Gaggio Montano (+90 milioni di unità stimate nel 2026) e un aumento della produzione delle macchine per il caffè (+40% nel 2026).
L’intesa riduce inoltre gli esuberi a 44 unità, a fronte delle 112 precedentemente annunciate, prevedendo la possibilità di recuperare altre 10/15 attraverso lo strumento della Cassa integrazione. Verrà poi realizzato un articolato intervento di sostegno al reddito e di accompagnamento dei lavoratori che nel corso del programma di Cassa integrazione si rendessero disponibili alla risoluzione dei loro rapporti.
“Siamo molti soddisfatti per il raggiungimento dell’intesa e per la definizione di un piano che auspichiamo possa rappresentare una prospettiva per le maestranze di Caffitaly e per l’intero territorio, un piano di rilancio industriale che sembrava impossibile meno di un anno fa», commentano Valerio Bondi, segretario generale Flai Emilia Romagna, Marco Ramponi, segretario generale Flai Bologna, e Luigi Maiello, Flai Bologna, che hanno coordinato la vertenza.
“Anche se la situazione rimane seria e complessa – proseguono – crediamo che questo primo risultato sia un segnale di fiducia anche per tutte le realtà che hanno seguito Caffitaly in questa fase molto complicata”.
“Non c’è dubbio che sia stata ricostruita una prospettiva industriale dello stabilimento, messi in campo tutti gli strumenti di protezione disponibili, ridotto il numero di esuberi nella misura del 70% rispetto alla previsione iniziale e comunque scongiurata una procedura di licenziamento unilaterale – dicono ancora i tre sindacalisti -. Fatti non banali, costruiti assieme e col consenso dei lavoratori e delle lavoratrici, ed è questo che ha fatto la differenza. Un grandissimo grazie va alle nostre delegate di fabbrica Valentina Bertelli, Angela Ventura e Marta Galimberti che sono state in questi lunghi mesi, con coraggio e dedizione, la prima linea di tenuta di una situazione davvero complessa”.