Franco Marini non passa alla prima votazione, contro di lui ha giocato pesantemente il voto dei dissidenti Pd, tra cui i renziani in prima linea, e di Sel. Fumata nera anche per la seconda votazione, dove sia il Pd che il Pdl avevano preannunciato scheda bianca. Nel secondo tentativo perde qualche voto Stefano Rodota’, candidato dal M5S, che alla prima votazione aveva ricevuto 240 preferenze e che si ferma a 230 nella seconda.Crescono invece le indicazioni per Sergio Chiamparino, messo in campo dai ”renziani”: 40 voti al primo turno, 90 al secondo. La seduta si aggiorna a domattina, per la terza votazione, l’ultima che richiede la maggioranza qualificata, con un quorum di 672 voti. Dalla quarta votazione, per eleggere il Presidente della repubblica sara’ sufficiente la maggioranza semplice, il 50% piu’ uno. In questa fase, dunque, il centro sinistra potrebbe decidere di rimettere in pista Romano Prodi, o un altro candidato, da portare al Quirinale senza i voti del centro destra. Come peraltro accadde anche sette anni fa con Giorgio Napolitano, eletto con 570 voti, tutti del centro sinistra salvo due. Pierluigi Bersani, infatti, dopo aver preso atto della sconfitta di Marini, ha annunciato che il Pd portera’ in aula una nuova proposta, che verra’ ”decisa democraticamente” dall’assemblea dei grandi elettori.
N.P.