Si è tenuta oggi l’annuale assemblea dell’Ance. Il presidente dell’associazione edile, Paolo Buzzetti, ha aperto il suo intervento all’assemblea annuale dell’associazione con una provocazione: “Le imprese edili si trovano in una situazione drammatica e viene da chiedersi se non sia meglio chiuderle”.
“Dal 2008, infatti – ha spiegato Buzzetti – sono state 70 mila le imprese che hanno chiuso o stanno chiudendo, con 58 miliardi di fatturato persi. Tutto ciò, a fronte di una forte restrizione del credito alle imprese, alle quali sono mancati 116 miliardi di euro”.
“Consistente è stato anche il taglio di risorse per le infrastutture ridotte del 66%, mentre le spese correnti sono aumentate di 12 miliardi. Dimezzati poi gli investimenti, che sono calati del 47%”, ha aggiunto il presidente, sottolineando poi come la casa sia diventata “il bancomat del paese, la patrimoniale ripetuta”: “Siamo passati da 9 a 26 miliardi di gettito fiscale: un’autentica stangata per tutti. Le prime case sono inaccessibili, le seconde non sono più un investimento, gli affitti non sono più remunerativi”.
Il discorso del presidente si è poi rivolto alla politica e alle recenti dichiarazioni del governo sul settore edile: “Si respira un maggiore senso di fiducia e di speranza, grazie anche a un rinnovato impegno della politica e ad alcuni importanti annunci ai quali speriamo presto seguano altrattante misure concrete. Ma finora non si sono registrati effetti tangibili sull’economia e in particolare sul nostro settore martoriato da sette anni di crisi senza precedenti”. “Voglio assolvere il governo attuale – ha precisato Buzzetti – ma ci voleva una tassazione fissa per tre anni. E’ stata fatta una scelta di patrimoniale sulle case, che tocca il bene dei cittadini, senza poter recuperare”.
In merito agli impegni che vedono in questi giorni il governo impegnato con le riforme, Buzzetti ha quindi affermato: “E’ necessario ritrovare oggi un patto forte tra il Governo e la filiera delle costruzioni, primo vero motore economico del mercato interno italiano, l’unico in grado di far ripartire in modo stabile l’occupazione e la crescita”.
F. P.