Mezzo secolo fa. Il 20 luglio 1973 Bruce Lee fu trovato privo di vita in un appartamento di Hong Kong. A soli 32 anni era già una leggenda. E persino sulla sua morte aleggia ancora un alone di mistero. Fu ucciso perché aveva osato rivelare i segreti millenari delle arti marziali? Lo avevano traumatizzato nei giorni precedenti con la mossa del Palmo Vibrante, i cui effetti non sono immediati? Un assassino ninja, mandato dalle Triadi alle cui estorsioni cercava di sottrarsi, entrò di soppiatto nella casa, appartenente ad un’attrice porno, sferrandogli un colpo improvviso alla carotide? Oppure un festino finito male? L’autopsia, non ben chiara, accertò un edema cerebrale ed evidenzio l’uso combinato di analgesici e di cannabis. Una folla immensa seguì i funerali.
Quattro lustri dopo, il 31 marzo 1993, toccò al figlio Brandon, 28 anni appena compiuti, anch’egli marzialista e attore. Durante le riprese del fosco “Il Corvo”, nel quale interpretava il ruolo del protagonista Eric Draven, un musicista rock tornato dall’aldilà per affrontare coloro che avevano assassinato lui e la sua fidanzata, fu raggiunto da un proiettile esploso con una pistola che avrebbe dovuto essere caricata a salve. La maledizione del Drago, dal titolo di un documentario biografico sulla famiglia Lee.
“Dalla Cina con furore” è il film che rese Bruce famoso in tutto il mondo. Interpretava il ruolo del giovane Chen Jeh, allievo di una palestra, in una Shangai del 1910 occupata dai giapponesi, che vendica il proprio maestro sfidando i campioni nipponici. Kung-fu contro karatè. Un tema ricorrente, ad esempio nei film dedicati ad Ip Man, che del Drago fu il maestro. Una sfida che dura ancora. E che ha il proprio manifesto visivo, chiamiamolo così, nel duello tra lo stesso Lee e Chuck Norris. Una lunga e indimenticabile scena, unico spettatore un gatto, all’interno del Colosseo (oggi sarebbe consentito?) girata durante le riprese di “L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente”.
Chuck rappresenta l’opposto di Bruce. Tragico e romantico il destino di quest’ultimo, lineare e rassicurante il percorso dell’americano, che lo scorso 10 marzo ha compiuto 83 anni. Pluricampione (tra i suoi allievi e sodali Steve McQueen e David Carradine) ma soprattutto un’icona dell’ordine e della giustizia tanto da immedesimarsi nel personaggio di “Walker Texas Ranger”, serie televisiva le cui vecchie puntate continuano ad andare in onda anche qui da noi. Norris, che secondo i critici cinematografici ha l’espressività di un paracarro, detiene un altro curioso record: il maggior numero di battute, anzi “check fact”, raccolte in rete, dove c’è anche un apposito sito. Un libricino edito da Tea ne ha raccolte cinquecento. Ecco qualche esempio.
“Chuck Norris non porta l’orologio. Decide lui che ora è”.
“Chuck Norris non bagnava il letto da bambino. Il letto si bagnava da solo per la paura”.
“Chuck Norris non segue la moda: la moda segue Chuck Norris. Poi lui si volta e la colpisce con un calcio rotante. Nessuno segue Chuck Norris. Nessuno”.
“Ogni pelo di barba di Chuck Norris ha a sua volta la barba”.
“All’inizio dei tempi c’era il nulla. Poi arrivò Chuck Norris, colpì con un calcio rotante il nulla e gli disse: “Muovi il culo!”. Questa è la storia dell’universo”.
“I nani del giardino di Chuck Norris sono in carne e ossa. Stanno fermi e non osano fiatare”.
“Il Dalai Lama ha detto di Chuck Norris: “Un uomo disciplinato e intransigente”. Incerto sul significato della parola “intransigente”, nel dubbio, Chuck Norris ha colpito il Dalai Lama, facendolo retrocedere di cinque o sei reincarnazioni”.
“Il coccodrillo bianco delle fogne di New York crede che Chuck Norris sia una leggenda metropolitana”.
“Quando Chuck Norris legge, non sfoglia le pagine leccandosi le dita. Sono le pagine che sudano per la paura”.
“Chuck Norris ammazza il tempo con un calcio rotante”.
“Chuck Norris ha fatto cadere l’Impero romano urtandolo inavvertitamente”.
“L’ultimissima lettera di Jacopo Ortis diceva che Chuck Norris stava per ucciderlo”.
Resta il dubbio. Meglio il kung-fu o il karatè?
Marco Cianca