Si è tenuto oggi, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il primo tavolo dedicato a Borsa Italiana con i rappresentanti dei lavoratori. All’incontro, presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Federico Freni, sono intervenuti i rappresentanti di Fabi, First Cisl e Fisac Cgil.
La riunione ha avuto a oggetto il primo sciopero della storia di Borsa Italiana dello scorso 28 giugno indetto dalle diverse organizzazioni sindacali presenti nel Gruppo facente parte di Euronext, principale infrastruttura di mercato paneuropea.
Nel corso del tavolo, i sindacati hanno illustrato le ragioni alla base della mobilitazione: tra queste la tenuta occupazionale, i mancati aumenti salariali, il ricorso al lavoro straordinario e la progressiva perdita di autonomia di Borsa Italiana all’interno di Euronext con spostamento dei ruoli apicali in altre aree geografiche.
Per il segretario nazionale della Fisac-Cgil, Riccardo Sanna, “c’è bisogno che le nostre istituzioni giochino un ruolo preminente in questa vertenza, a partire dal ruolo che deve necessariamente svolgere Cassa Depositi e Prestiti. Dobbiamo difendere il Gruppo Borsa Italiana e rilanciarlo, facendone un punto di eccellenza nel contesto europeo, in vista della creazione di una borsa paneuropea a supporto del mercato unico dei capitali”.
“La nostra mobilitazione nel gruppo – ha spiegato Sanna – prosegue, a partire da domani e fino al 14 luglio, data della presa della Bastiglia. Abbiamo iniziato con lo sciopero dello scorso 27 giugno, il primo nella storia bicentenaria di Borsa Italiana, con altissime adesioni. Le lavoratrici e i lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia per difendere un presidio cruciale del nostro sistema economico e finanziario, progressivamente svuotato e periferico rispetto al presidio francese, malgrado il ruolo strategico per la politica economica e industriale del paese”.
Per queste ragioni, ha aggiunto il segretario nazionale della Fisac Cgil, “richiediamo con forza un intervento istituzionale. Gli accordi del 2021 sono stati elusi, l`operazione Euronext con principali azionisti l`italiana Cassa depositi e prestiti e la francese Caisse Des Dépots, doveva determinare un assetto di tipo federativo e non competitivo. Così non è stato. Registriamo in Borsa Italiana la progressiva perdita di autonomia direzionale, esodi delle figure apicali, la dispersione di quelle che sono delle vere e proprie eccellenze di Borsa Italiana, sia in termini di professionalità che di avanzamento tecnologico. È un contesto fatto di perdita di autonomia mentre viene picconata la funzione strategica delle società italiane, e viene esposta la funzione di controllo e sicurezza di dati e operazioni sensibili, per il debito pubblico e in generale per la finanza italiana”.
“Registriamo – ha concluso Sanna – arretramenti preoccupanti sulla tenuta occupazionale, sul fronte salariale, sulla mancata valorizzazione delle professionalità e su una organizzazione del lavoro fondata su carichi eccessivi, anche e soprattutto a causa di un deterioramento delle relazioni sindacali. Per questo ribadiamo la necessità di un preminente ruolo istituzionale in questa vertenza, a partire da Cdp, che può esercitare con più forza il proprio peso. Questo ci aspettiamo si materializzi nell’incontro annunciato per la fine di luglio con Mimit e Mef”.
Per Domenico Iodice, segretario nazionale First Cisl, il caso Borsa Italiana è “un grande tema di politica industriale” e “la potenziale perdita di autonomia rappresenta un pericolo per la nostra economia”,
“Nel Data Center di Bergamo, dove è stata centralizzata la detenzione dei dati relativi alle transazioni finanziarie effettuate sulle borse controllate da Euronext, sono custoditi anche dati sensibili riguardanti fondamentali asset strategici dell`economia italiana, il cui presidio è affidato a personale esterno al gruppo vigilato. Inoltre – aggiunge Iodice – Borsa italiana, che dichiara di avere internalizzato il servizio, omette di dire che la gestione amministrativa dei dati si svolge in Portogallo. È chiaro che un assetto di questo tipo genera preoccupazione, anche con riferimento ai livelli occupazionali. È necessario invertire la rotta considerando lavoratrici e lavoratori l`asset fondamentale di sviluppo”.
“Oggi abbiamo ascoltato le forze sindacali sullo stato di un’azienda strategica per il nostro Paese, per la sua economia e per le imprese”, ha dichiarato il Ministro Urso nel suo intervento. “Insieme al Ministero dell’Economia – continua Urso – abbiamo avviato un percorso di confronto, che proseguirà con un monitoraggio sull’andamento del Gruppo e sul rispetto degli impegni assunti nell’accordo di acquisizione stipulato tra il 2020 e il 2021, durante la precedente legislatura”.
Il ministro Urso ha infine annunciato la convocazione, nelle prossime settimane, di due ulteriori incontri, con i rappresentanti di Borsa Italiana e con quelli di CdP Equity, azionista pubblico di riferimento.
e.m.