Via libera delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato all’emendamento del governo al decreto omnibus che introduce il cosiddetto ‘bonus Natale’, la misura che prevede 100 euro sulla tredicesima per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 28.000 euro. Come spiegato dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, durante il suo intervento alle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, il bonus è rivolto ai lavoratori con coniuge e figli a carico o a nuclei monogenitoriali con figli a carico e si configura come una detrazione spettante solo a chi ha capienza fiscale. Il requisito della capienza fiscale, aggiunge Leo, deriva dal fatto che l’indennità nasce come “alternativa alla prevista detassazione della tredicesima mensilità”, quindi la premessa per la spettanza del bonus è che vi sia una “tassazione su un ammontare imponibile”.
Inoltre, se all’inizio il viceministro all’Economia aveva paventato la possibilità di estendere la platea dei beneficiari anche alle coppie di fatto, la misura così approvata lo esclude, poiché si basasi basa sull’impianto dell’articolo 12 del Testo unico sui redditi relativo alle detrazioni per carichi di famiglia.
La reazione dei sindacati non si è fatta attendere. Per la segretaria confederale della Cgil, Daniela Barbaresi, l’impianto del bonus è “discriminatorio” per una serie di aspetti ed evoca una modifica della misura da parte del Parlamento. “Ribadiamo in primis la netta e più volte sottolineata contrarietà alla politica dei bonus, mance distribuite qua e là a meri fini clientelari ed elettoralistici che non consentono in alcun modo alle lavoratrici e ai lavoratori di programmare il proprio futuro”, sostiene la dirigente sindacale. “Si tratta di somme che ben potrebbero essere destinate a strumenti strutturali che consentirebbero di poter far conto su queste erogazioni anche per gli anni a venire”.
“La modalità di erogazione di dette somme – prosegue – esclude ancora una volta il lavoro non dipendente e soprattutto le persone incapienti che più di qualunque altra categoria avrebbero necessità e diritto a erogazioni aggiuntive”.
“In ultimo – aggiunge – arriva la conferma dell`esclusione delle famiglie di fatto e/o senza figli: un modo per ribadire l`estromissione di qualunque modello familiare non corrispondente a quello che ha in mente il governo come unico possibile e una sorta di tassa sul celibato all`incontrario che evidentemente suscita notevole fascinazione sugli esponenti dell`attuale Esecutivo, stante la provenienza ideologica di questo genere di misure dal loro Pantheon di riferimento”.
Barbaresi conclude chiedendo “che prima dell`approvazione in Aula venga totalmente ripensata la misura e vengano meno le discriminazioni segnalate”.
e.m.