“Serve una riforma per far progredire il Paese, con l’adozione di un sistema partecipativo che responsabilizza i lavoratori”. Così Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, accetta la sfida di un nuovo patto sociale lanciata dall’ad di Fiat Marchionne, per un sistema di relazioni industriali che superi la logica del conflitto tra capitale e lavoro.
Intervistato dal Sole 24 Ore, Bonanni dice sì al patto sociale, ma auspica la possibilità di andare oltre adottando “un modello partecipativo nelle relazioni industriali”.Il segretario della Cisl individua tre priorità d’intervento per creare un contesto più competitivo per il mondo del lavoro: tasse, taglio degli sprechi e liberalizzazioni. “Sul fisco – spiega – chiediamo che vengano abbassate le tasse a lavoratori dipendenti, pensionati e alle imprese che investono reperendo le risorse con il trasferimento delle tasse dalle persone fisiche ai consumi e con la lotta all’evasione fiscale”. La Cisl sollecita poi una revisione dei livelli amministrativi istituzionali che generano sprechi e riforme di sistema come le liberalizzazioni, senza seguire il modello degli anni ’90, ma con un controllo sociale, partendo dalle municipalizzate.
Bonanni giudica “un passo in avanti importante” la proposta del ministro Tremonti di calcolare una parte della remunerazione anche in base agli utili dell’impresa. Per il leader della Cisl la vicenda Fiat “è un paradigma delle sfide che ci aspettano per il futuro, dove l’alternativa è tra un sindacato antagonista e uno partecipativo che nei momenti di difficoltà sa accettare i sacrifici per difendere l’occupazione”. Bonanni ,infine, respinge la proposta della Cgil: “Quello proposto – precisa – non è un dialogo perchè Epifani chiede di azzerare il nuovo sistema contrattuale che solo la Cgil non ha voluto firmare”. Per il sindacalista si tratta di “un diktat inaccettabile per tutti gli altri attori sociali che hanno siglato il nuovo modello contrattuale”. (LF)
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