”La situazione economica e sociale è al limite del collasso”. Occorre ”una svolta”, ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, aprendo il XVII congresso confederale. L’obiettivo e’ ”uno choc fiscale finalmente positivo, un taglio forte delle tasse” sui redditi da lavoro e pensione e per le imprese che assumono e investono.
Bonanni si è detto disponibile al ”decreto del fare” ma ha ribadito la necessità di confronto sociale sul provvedimento.
La relazione del segretario generale ha toccato varie questioni care alla Cisl, dalle pensioni alla questione fiscale, al ruolo delle imprese, alla situazione dell’industria e agli investimenti.
Sulle pensioni Bonanni ritiene che vada”reintrodotta la flessibilità nell’accesso al pensionamento, perché i lavoratori non sono tutti uguali; un operaio edile non è come un alto dirigente dello Stato, una maestra non è come un magistrato”. Nel 2014, ha ricordato il sindacalista, scade il blocco in atto delle rivalutazioni delle pensioni. “Nessuno – ha sottolineato – pensi di decidere alcunché senza un confronto preventivo con il sindacato. Non possiamo tollerare la politica di due pesi e due misure. Qualcuno deve spiegarci perché l’Alta Corte ha ritenuto incostituzionale il taglio delle retribuzioni e delle pensioni dei super burocrati dello stato che prendono centinaia di migliaia di euro all’anno. Ed è invece normale non rivalutare al costo della vita le pensioni sopra le 1.400 euro al mese. Lorde! Questo è uno scandalo!”. Non è mancato, poi, un riferimento agli esodati per i quali “va trovata una soluzione definitiva, per evitare che ci siano lavoratori privilegiati e altri penalizzati”.
La questione fiscale resta un nodo fondamentale da sciogliere: “Bisogna ridurre le tasse sui redditi da lavoro e pensione”. E ha aggiunto che bisogna tagliare le tasse anche “alle imprese che investono e assumono i giovani e i disoccupati. Dobbiamo farlo subito per dare una spinta forte all’economia ed ai consumi. Lo diciamo al presidente del Consiglio Letta e ai partiti che lo sostengono. E gli diciamo anche che occorre introdurre anche un nuovo assegno familiare e il credito di imposta per gli incapienti”. Per la Cisl le risorse possono venire dalle “flessibilità che l’Ue deve concederci, dal risparmio sugli interessi con la discesa dello spread e dalla riduzione delle troppe agevolazioni fiscali e detrazioni senza alcuna finalità sociale. Si devono anche tassare di più i grandi patrimoni immobiliari e finanziari. E dobbiamo vendere il patrimonio del demanio pubblico. Ma – ha proseguito – il governo deve bloccare ulteriori aumenti delle tasse locali. Non è possibile continuare così. Ci vuole finalmente un coordinamento tra tassazione nazionale e locale”.
Anche sull’Iva il segretario ha fatto una riflessione: “Se si vuole evitare di aumentarla, lo si faccia a condizione che non comporti altri interventi che colpirebbero i più deboli, come su carburanti e affitti. Non può diventare una partita di giro a danno dei lavoratori e dei pensionati”.
Il leader della Cisl è tornato poi a parlare di industria e investimenti. “In Italia senza un sistema industriale solido, diffuso ed innovativo c’è solo il deserto. Senza industria non ci può essere uno sviluppo del terziario”. Per questo Bonanni ha chiesto che vengano resi “favorevoli gli investimenti e bonificare i fattori dello sviluppo, territorio per territorio. Nessuno verrà ad investire in Italia se non affronteremo il problema dei costi troppo alti dell’energia, dei trasporti, delle assicurazioni, dello smaltimento dei rifiuti. Per non parlare poi delle tasse locali e nazionali eccessive, delle infrastrutture bloccate dalle lobbies, della giustizia civile troppo lenta, di una pubblica amministrazione inefficiente, spesso in mano a dirigenti politicizzati e spesso corrotti, e dei territori con alta presenza delle mafie”, ha concluso Bonanni.
Anche le imprese “possono, anzi, devono fare di più. Basta con la testa solo alla finanza, ai servizi monopolistici senza concorrenza e dalle uova d’oro, ai giornali, alle televisioni, alle squadre di calcio”, ha detto Bonanni. “Gli imprenditori italiani devono investire di più in ricerca e sviluppo, cambiare i propri modelli organizzativi, puntando su nuove tecnologie e sulla ricerca di nuovi prodotti”. E “la politica – aggiunge – deve premiare i comportamenti delle imprese virtuose e penalizzare quelli deviati. Purtroppo oggi la politica fa il contrario”.
Nel corso del suo intervento, Bonanni ha voluto puntate di nuovo i riflettori sul problema del Mezzogiorno: “Una parte importante del Sud è ormai terra di nessuno. Anzi si può dire che molte significative realtà meridionali sono ancora terre di mafie, di corruzioni, di clentelismi, di populismo. In questa situazione è certo che nessuno verrà a investire nel Mezzogiorno”. “Non ci possiamo rassegnare a ogni illegalità e a ogni inefficienza – ha insistito-: dall’impiego della spesa pubblica per alimentare la corruzione, allo scandalo di opere che non si completano mai o restano inutilizzate”. Il leader della Cisl ancora ha ricordato che “ci sono 31 miliardi di fondi strutturali non spesi nelle regioni del Sud. Una cifra enorme”. E in tal senso ha proposto: “perché non utilizziamo una parte di questi soldi per finanziare il credito di imposta per i giovani disoccupati e le misure per combattere la povertà, come fondo per i non autosufficienti?”.