“Dobbiamo far sì che l’Italia torni ad essere un Paese accogliente per l’industria. Del resto è dall`industria che continua ad arrivare la maggior parte dell’occupazione, visto che anche buona parte degli impiegati nel terziario è legata proprio a questo settore. Alternative per far crescere il Paese non ne vedo”. Lo afferma Alberto Bombassei, patron e presidente della Brembo in un’intervista a La Stampa.
Ma, per Bombassei, sono molti gli ostacoli per chi investe in Italia: “Come per tutti i problemi complessi anche le cause sono complesse, non ce n’è una sola da individuare. Ai primi posti metterei, insieme ad altre componenti, anche il costo del lavoro.
Il differenziale che c’era tra la nostra mano d’opera e quella tedesca si è andato rapidamente annullando negli ultimi anni. Con serietà e in anticipo, imprenditori e sindacati tedeschi, hanno lavorato sulla produttività. Da noi, una parte del sindacato non ha compreso che capitale e lavoro hanno oggi più che mai obiettivi comuni”. E poi in generale il sistema-Paese in Italia “costa di più, con servizi mediocri, rispetto a tanti altri concorrenti”.
Dopo il costo del lavoro il patron della Brembo vede di sicuro “l’alto costo dell’energia, che pesa non solo sulle imprese metalmeccaniche, e le difficoltà della logistica e della burocrazia. Ma, – sottolinea – è l’insieme di fattori penalizzanti che rende difficile produrre in Italia».
Ma il primo obiettivo dovrebbe essere che “le multinazionali oggi presenti nel nostro paese non se ne vadano. Oggi è davvero difficile produrre da noi ed esportare nel mondo. Le faccio ancora l’ esempio del nostro stabilimento in Polonia: il costo del lavoro è il 30 per cento in meno di quello italiano, l’energia costa meno, i primi investimenti erano in esenzione fiscale e oggi abbiamo altri tipi di incentivi. Ecco, questa è la competizione che l’Italia, come sistema, deve affrontare. E questa è la ragione per cui il Paese sta cambiando faccia”.