Laura Boldrini non parteciperà alla cerimonia del 9 luglio nello stabilimento Fiat della Val di Sangro. In una lettera a Sergio Marchionne, la presidente della Camera spiega che ”per impegni istituzionali già in agenda” non può accogliere l’invito, ma dice anche no alla ”gara al ribasso sui diritti”.
Boldrini, infatti, invita Marchionne a intraprendere “sfide nuove”, perché ”le vecchie ricette hanno fallito”. “Affinché il nostro Paese possa tornare competitivo è necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell’innovazione. Una via che non è in contraddizione con il dialogo sociale e con costruttive relazioni industriali: non sarà certo nella gara al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro che potremo avviare la ripresa”. Una presa di posizione netta che arriva il giorno dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori nella parte relativa al diritto di rappresentanza solo per le sigle sindacali firmatarie di contratto.
Durissimo il commento della Fim Cisl: “l’onorevole Boldrini non sa di cosa parla”, ha detto il segretario generale Giuseppe Farina. Infatti, spiega il sindacalista, “gli accordi sindacali fatti in Fiat e voluti dalla larga maggioranza dei sindacati e dei lavoratori, sono tutti fatti nel rispetto delle leggi e dei diritti dei lavoratori”. Tra le altre cose, Farina ricorda che la Fiat “è l’unico importante gruppo industriale privato che sta investendo ingenti risorse in attività manifatturiere”.