“Chiediamo il riconoscimento del ‘danno punitivo’ in sede civile, danno che non fa parte del nostro ordinamento, ma il caso Thyssen è unico e la sola condanna dell’amministratore delegato non è sufficiente per creare giustizia”. Lo ha dichiarato oggi Renato Ambrosio, legale di Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto al rogo dello stabilimento torinese della ThyssenKrupp del dicembre 2007, illustrando le ragioni della causa che Boccuzzi, oggi parlamentare del Pd, intende promuovere nei confronti della ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni s.p.a. davanti al Tribunale del Lavoro di Torino.
In sede penale Harald Espenhahn, amministratore delegato della ThyssenKrupp, è stato condannato in primo grado a 16 anni di reclusione per omicidio con dolo eventuale. Ma questo non basta, secondo i legali di Boccuzzi: “vogliamo che l’azienda abbia una sanzione” che scoraggi chi non ottempera alle regole in materia di sicurrezza del lavoro. “Vogliamo lavorare sui diritti e aprire una nuova strada per il futuro” ha aggiunto D’Ambrosio, intenzionato ad affronatre la causa “con umiltà, serietà e determinazione”.
La richiesta di risarcimento sarà milionaria, ma D’Ambrosio non ha voluto fornire ulteriori dettagli in merito. Anche perché il suo assistito, Boccuzzi, ha deciso di intraprendere questa strada non per motivi economici. “Non ne faccio una questione di denaro – ha detto Boccuzzi -. Voglio cercare di tracciare una strada nuova, per fare sì che il riconoscimento di una somma possa disincentivare i risparmi sulla sicurezza sui luoghi di lavoro”. (LF)
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