“Sono mesi che denunciamo come l’Irpef comunale, a Roma, abbia il triste primato di percentuale più alta d’Italia. Il bilancio previsionale 2014, però, non va nella direzione da noi auspicata, insiste ancor di più con nuove tasse e nuovi balzelli. E’ arrivata l’ora di dare un segnale vero e forte, anche ai romani, che da tempo stanno aspettando che la loro città cambi verso. Ma non a parole, con i fatti”.
Così Mario Bertone, segretario generale Cisl di Roma e Lazio, rilancia l’allarme sul fisco locale, considerato ormai un vero e proprio “nemico della crescita”. Il Diario del Lavoro gli ha chiesto di precisare meglio la situazione nella capitale e in regione.
Bertone, al di là della pur critica situazione economica, esistono oggi dei segnali di ripresa?
Stando ai dati statistici direi che sì, effettivamente sembra esistano dei timidi segnali di ripresa, pur nelle differenze fra Nord e Sud della regione. Bisogna però creare degli interventi mirati affinché questi segnali possano consolidarsi.
A quali interventi pensa?
Per esempio, interventi miranti all’utilizzo dei fondi europei, ai risparmi di gestione e alla lotta agli sprechi.
Lei chiede “un segnale vero e forte, non con parole ma con fatti”. Quali sarebbero questi fatti?
Mi riferivo alla situazione, in particolare, di Roma Capitale, su cui non e’ stato possibile raggiungere alcun accordo sul tema del fisco, a differenza di quanto avvenuto in regione. Qui, infatti, si è deciso di incrementare l’addizionale Irpef, mentre non si e’ voluto discutere la nostra proposta, di ridurla di appena lo 0,1%. Il comune non ne ha voluto sapere.
Quali sono le strategie da attuare, chi dovrebbe attuarle e cosa dovrebbe fare, nello specifico, il sindacato?
Quel che il sindacato vorrebbe è la riduzione delle tasse e la creazione di nuove opportunità di lavoro. Vorremmo interventi atti a migliorare il processo di redistribuzione di risorse e opportunità lavorative, anche a livello europeo, con un occhio di riguardo allo stato di marginalizzazione e povertà dei vari soggetti deboli.
Come procede la contrattazione sindacale nel Lazio?
Alla regione abbiamo diversi tavoli di trattativa aperti, su ciascuno dei quali bisogna aspettare prima di prevederne l’esito, mentre con il comune di Roma non possiamo registrare gli stessi risultati.
Però state trattando sull’ organizzazione del lavoro?
Nei giorni scorsi c’è stata un’accelerazione del sindaco di Roma sulla questione del salario accessorio, ossia quella parte di salario che si ottiene in base ai risultati ottenuti e di cui si parla ogni qualvolta si ripropone l’allarme “flessibilità” sul mercato del lavoro. Quello che credo sia giusto fare, però, sarebbe partire dal cuore del problema, o meglio da un’analisi della macchina organizzativa del lavoro che permetta di capire quali siano i problemi che portano all’esigenza di stabilire un salario accessorio. Il comune di Roma, invece, vorrebbe aprire subito un confronto su quelle che sono le conseguenze della macchina organizzativa del lavoro, senza previa analisi della stessa.
Fabiana Palombo